L’Imperatore delle fettuccine
Tutto ebbe inizio nel piccolo ristorante in Piazza Rosa, che sorgeva dove fu poi costruita la Galleria Alberto Sordi. Era il 1908, Alfredo Di Lelio era appena diventato papà e sua moglie Ines, debilitata dal parto, non aveva proprio voglia di mangiare.
Con l’intento di escogitare un piatto nutriente e appetitoso, Alfredo impastò le sue prime fettuccine, fatte con il semolino, che le rendeva più leggere, e condite con abbondante burro e parmigiano freschissimi. “Le bionde”, come lo stesso ristoratore amava chiamarle, non stuzzicarono soltanto l’appetito di Ines, ma divennero il suo cavallo di battaglia e lo resero famoso nel mondo.
Nel 1914 il ristorante si trasferì in Via della Scrofa e grazie all’entusiasmo ed al lavoro instancabile di Alfredo, riuscì a conquistare un’affezionata clientela. Ma ciò che davvero lo consegnò alla celebrità fu l’incontro con gli attori di Hollywood Mary Pickford e Douglas Fairbanks che, in luna di miele nella capitale, assaggiarono le deliziose fettuccine e, sedotti dal loro gusto e profumo, regalarono due posate d’oro al loro ospite in segno di riconoscenza.
La storia fece il giro del mondo, cosicché personaggi famosi e curiosi da ogni dove elessero il ristorante Da Alfredo a tappa obbligata per assaggiare l’iconico manicaretto. Ceduto il locale di Via della Scrofa a ridosso del secondo conflitto mondiale, fu poi il figlio Armando, detto Alfredo II, a riprendere l’attività nel dopoguerra, stavolta in Piazza Augusto Imperatore. Mettendo a frutto l’esperienza paterna e l’innato savoir faire che, insieme agli immancabili baffi, appartengono al DNA della famiglia, Alfredo II iniziò a portare all’estero le famose “bionde” ed a creare nuove specialità.
La tradizione fu poi portata avanti da Alfredo III e da sua sorella Ines Di Lelio, che ancora oggi si prende cura di questo gioiello di famiglia insieme alla figlia Chiara. A testimoniare il successo che negli anni ha portato celebrità da tutto il mondo ad assaporare le fettuccine di Alfredo, 450 foto appese alle pareti ritraggono personaggi famosi all’interno del locale, immortalati con il responsabile del loro peccato di gola. Questo ha reso il locale e tutto il suo archivio fotografico oggetto di vincolo e tutela da parte del Ministero dei beni e delle attività culturali quale patrimonio, non soltanto goloso, della città.
Negozi Storici di Eccellenza di Roma
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