È una oasi di pace nel cuore della città, dominata da perfezione e armonia, ma anche il fulcro del palazzo che il cardinale Pietro Barbo, il futuro papa Paolo II, si era fatto costruire nella seconda metà del Quattrocento e che rimane ancora oggi un maestoso esempio di architettura rinascimentale.
Dal cortile quattrocentesco, trasformato in giardino nel corso dell’Ottocento, si possono ammirare alcuni elementi chiave del palazzo. Il lato orientale del cortile è chiuso dal fianco della medievale Basilica di San Marco, con il suo campanile romanico. Il lato nord-orientale è occupato da un portico su due ordini, forse fatto costruire da Marco Barbo, nipote di Paolo II, alla morte dello zio. La costruzione ha una chiara matrice classica: la fonte d’ispirazione più evidente è il Colosseo. La paternità rimane tuttavia incerta, c’è chi pensa a un diretto coinvolgimento di Leon Battista Alberti e chi ritiene più probabile che il suo architetto sia Francesco del Borgo.
Protagonista del cortile è però la bella fontana commissionata nel 1730 a Carlo Monaldi, quando il palazzo era ancora sede dell’Ambasciata della Repubblica di Venezia. La statua al centro è la figura allegorica della città lagunare, rappresentata mentre getta un anello nella vasca sottostante – una allusione allo sposalizio di Venezia con il mare che veniva rievocato ogni anno nella millenaria cerimonia della Festa della Sensa, istituita in ricordo della vittoria delle navi venete sulla Dalmazia che nell’anno Mille regalò alla città il dominio incontrastato sull’Adriatico.
Siepi di bosso, palme e magnolie, insieme ad altre varietà di piante e fiori, aggiunti a partire dall’Ottocento forse su impulso dell’Accademia di Belle Arti di Vienna, negli anni in cui l’edificio era sede dell’Ambasciata austriaca, aumentano il fascino del piccolo giardino, aperto gratuitamente a tutti dal 2016 dopo un attento lavoro di riqualificazione.
Foto vive.beniculturali.it
Informazioni
Aperto tutti i giorni dalle 9.30 alle 18.30
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