La chiesa sorge nel rione Borgo, nei pressi del Vaticano, sul luogo in cui si trovava la chiesa edificata nell’VIII secolo per volontà del re Ine di Sassia e da lui dedicata alla Vergine. Il re fece costruire l’edificio sacro insieme ad un ospizio per i pellegrini della "nazione" sassone. Distrutta e riedificata più volte nel corso dei secoli, la chiesa fu in gran parte ricostruita, dopo il sacco di Roma del 1527, da Antonio Sangallo il Giovane (1538 - 1544), e ultimata durante il pontificato di Pio V. Da allora prese il nome di Santo Spirito in Sassia.
La facciata è attribuita a Ottaviano Mascherino, che la eseguì su commissione di papa Sisto V, secondo un disegno del Sangallo. E' tutta ad intonaco, su due ordini differenti: il primo ha sei lesene includenti il portale e quattro nicchie; il secondo ne ha quattro, comprendenti un occhialone sormontato dallo stemma del pontefice.
L’interno, ad un’ampia navata con cinque cappelle per lato e con una grande abside, è caratterizzato da un’eleganza di linee e da una ricca decorazione pittorica. Il soffitto ligneo policromo a cassettoni fu realizzato su disegno di Antonio Sangallo il Giovane e presenta forti analogie con quello di Palazzo Farnese, dello stesso autore. Nel catino absidale, affrescato nel 1582 da Jacopo Zucchi, allievo di Giorgio Vasari, è raffigurato il Redentore glorioso sulle nubi. Sotto il Cristo, santi e angeli fanno da corona alla colomba splendente dello Spirito Santo, che discende nella tribuna sottostante, dove un’ampia cornice prospettica formata da preziose colonne ed archi, costituisce lo sfondo alla rappresentazione della Pentecoste.
Degno di nota il campanile quattrocentesco edificato probabilmente su disegno di Baccio Pontelli o Giovannino de’ Dolci tra il 1470 e il 1476.
Foto: sito ufficiale Chiesa di Santo Spirito in Sassia
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