Chiesa di San Tommaso in Parione

Affacciata su via di Parione, che è anche il nome del rione d’appartenenza, è una delle tante chiese di Roma che rischiano di passare inosservate, vuoi per la posizione appartata – anche se siamo a pochi passi da piazza Navona – vuoi per l’aspetto poco appariscente. Eppure questa semplice e silenziosa chiesa ha un’origine molto antica, che risale almeno al XII secolo. La sua prima attestazione è infatti nel 1139, quando viene consacrata da papa Innocenzo II: la lapide dedicatoria con la lista delle reliquie concesse è tuttora murata a destra dell’ingresso.

Nel 1449 la chiesa diventa la sede dell’importante Congregazione dei Copisti e degli Scrittori; alla fine del Cinquecento viene ricostruita a spese dei nobili romani Mario e Camillo Cerrini, su disegno di Francesco da Volterra, ed è qui che, nel 1639, si celebra il matrimonio tra Gian Lorenzo Bernini e la bella e giovane Caterina Tezio. Caduta successivamente in rovina, probabilmente in conseguenza all’occupazione francese, è oggetto di un radicale restauro nell’Ottocento.

La semplice facciata cinquecentesca in mattoni si compone di due ordini, separati da una fascia che ricorda il restauro pagato dai Cerrini: in quello superiore è posta una finestra ornata da fregi in stucco e sovrastata da un timpano curvilineo. L’interno, a tre navate divise da otto pilastri, ha perso gran parte delle sue opere d’arte ma custodisce ancora un’Annunciazione di Giuseppe Passeri e alcuni affreschi settecenteschi con la vita di San Tommaso. Una lapide settecentesca e un affresco del XIX secolo sulla parete sinistra dell’abside ricordano che tra le mura di questa chiesa prese gli ordini sacri San Filippo Neri nel 1551.

Oggi San Tommaso in Parione è la chiesa nazionale degli Etiopi e luogo di incontro della comunità dei cattolici eritrei che si ritrovano qui per pregare e celebrare la messa nel rito Ge’ez.