Situato in via di Porta Latina, il piccolo oratorio a pianta ottagonale fu edificato all’inizio del XVI secolo forse su un antico mausoleo pagano di cui ripetebbe la forma circolare. Il progetto è attribuito a Bramante, ad Antonio da Sangallo il Giovane o a Baldassarre Peruzzi; di certo, fu costruito a spese del prelato francese Benedetto Adam, ricordato su una delle due porte con il motto “Au plaisir de Dieu”.
Nel 1658 il cardinale Francesco Paolucci, nobile forlivese legato all'ambiente oratoriano e allievo di Cesare Baronio, fece restaurare la chiesa di cui era titolare, San Giovanni a Porta Latina, e di conseguenza anche il piccolo oratorio. I lavori furono affidati a Francesco Borromini che ne modificò la copertura, realizzando un tamburo con un alto fregio a stucco e una copertura conica terminante in un fascio di foglie su cui si innalza un globo decorato da rose (allusivo allo stemma araldico dei Paolucci). Nel 1967 la cuspide fu sostituita da un calco in gesso mentre l’originale fu posto sotto il portico della chiesa di San Giovanni a Porta Latina dove tuttora si trova.
Contemporaneamente al restauro di Borromini, le pareti del piccolo oratorio furono adornate da stucchi e affreschi attribuibili a Lazzaro Baldi, allievo di Pietro da Cortona, che raffigurano san Giovanni immerso nell’olio bollente. Secondo la tradizione, infatti, proprio in questo luogo avvenne il tentato martirio dell’ormai anziano apostolo che però sopravvisse miracolosamente senza subire alcuna scottatura.
Informazioni
Visitabile su richiesta. Rivolgersi alla Chiesa di San Giovanni a Porta Latina
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