La Basilica di Sant' Agnese fuori le Mura fu edificata nel 324, per volere di Costanza, figlia dell'imperatore Costantino, sopra le rovine di un cimitero e delle catacombe che accoglievano i resti della Santa. Fu ricostruita su commissione di papa Onorio I ed in seguito fu più volte restaurata, e rappresenta uno degli esempi più integri ed insigni di antica basilica cristiana. La facciata ospita un meraviglioso portale rinascimentale, fregiato dalla rovere del futuro papa Giulio II, ed è sormontato da una bifora. Una larga scalinata marmorea, del 1590, scende al nartece della chiesa. Sulle pareti vi sono frammenti lapidei e pezzi architettonici provenienti dalle catacombe. L'interno, preceduto dal nartece, è a tre navate, separate da quattordici colonne antiche, con capitelli corinzi. Nel catino absidale si trova il mosaico (VII secolo) che ritrae, su uno sfondo d'oro, Sant'Agnese come imperatrice orientale affiancata dai papi Simmaco e Onorio I, uno dei più alti esempi di arte bizantina a Roma.
Il Mausoleo di Santa Costanza, uno dei monumenti più importanti dell’architettura tardo-antica, è fra i primi esempi (insieme al Battistero Lateranense) di edificio cristiano a pianta centrale con ambulacro (corridoio di passaggio).
Eretto agli inizi del IV secolo da Costantina (o Costanza), figlia di Costantino, a ridosso della grande basilica cimiteriale da lei fatta realizzare presso il cimitero sotterraneo, luogo di sepoltura della martire Agnese, è un esempio di integrazione tra mausoleo e basilica in epoca costantiniana. L’ingresso, infatti, è preceduto da un nartece con due absidi ai lati che fungono da collegamento con la grande basilica cimiteriale, come nel Mausoleo di Elena (madre di Costantino), realizzato a ridosso della basilica costantiniana dei Santi Marcellino e Pietro sulla via Labicana, oggi via Casilina.
La caratteristica più innovativa del Mausoleo di Santa Costanza è costituita dai due spazi circolari concentrici che derivano da modelli romani di templi, mausolei e ninfei, come il Pantheon e il Mausoleo di Augusto, e in particolare dal Martyrium del Santo Sepolcro eretto a Gerusalemme da Costantino e dalla madre Elena, edificio destinato a influenzare gran parte dell'architettura medioevale.
L’interno, costituito da un corridoio circolare coperto da volta a botte e da un vano centrale, è sovrastato da una cupola di 22,50 m di diametro, delimitata da dodici coppie di colonne di granito ricavate da un precedente edificio di epoca romana. L’interno della cupola era rivestito da mosaici, in seguito fatti rimuovere da papa Urbano VIII (1623-1644), in quanto gravemente danneggiati. 12 finestroni centinati illuminano la parte centrale del Mausoleo, conferendogli un considerevole fascino. Sulle pareti si trovano delle nicchie rettangolari e semicircolari; nella nicchia di fondo si trova una copia del sarcofago di Costanza in porfido rosso, oggi conservato nei Musei Vaticani.
I bellissimi mosaici situati sulla volta del corridoio, risalenti al IV secolo, raffigurano motivi geometrici, scene naturalistiche con frutta, fiori, pavoni, colombe, e scene di vendemmia. Tipico caso di adattamento di temi pagani alla tradizione cristiana, hanno fatto sì che il mausoleo venisse a lungo identificato con il tempio di Bacco. I mosaici di Santa Costanza sono tra i più antichi mosaici monumentali cristiani sopravvissuti a Roma, straordinario esempio dell’eredità artistica tardo romana da cui ebbe origine l’arte paleocristiana. Altri mosaici si trovano nelle nicchie, con la rappresentazione della consegna delle chiavi a San Pietro e della consegna della legge a San Pietro e San Paolo; ai lati dell’ingresso sono ritratti Costanza e suo marito Annibaliano.
Nel corso del Seicento, il mausoleo è il ritrovo di una bizzarra associazione di artisti olandesi e fiamminghi chiamata Bent-vogels (uccelli della banda). Ogni volta che il gruppo si arricchiva di un nuovo membro, veniva celebrata con abbondanti libagioni, in un’osteria sulla via Nomentana, una festa di battesimo. Dopo la nottata di bagordi i Bent-vogels si recavano nel tempio di Bacco e davanti al sarcofago in porfido, ritenuto il sepolcro del dio, facevano un ultimo solenne brindisi. I festeggiamenti potevano durare anche fino a tre giorni e tre notti. Nel 1720, il papa Clemente XI proibì questa usanza perché profanava l’antico mausoleo. I nomi di alcuni di questi Bent-vogels, incisi in alcune nicchie del deambulatorio, si possono leggere ancora oggi.
Il Mausoleo è stato studiato e disegnato da molti artisti tra cui Antonio da Sangallo, Vignola e Piranesi, i cui schizzi testimoniano l’esistenza di decorazioni ormai scomparse.
Nel resoconto del suo viaggio a Roma nel 1775, il marchese De Sade racconta che papa Giulio II aveva desiderio di farsi seppellire nell’antico Mausoleo: “E’ probabilmente un piacere per il vecchio papa – scrive De Sade - immaginare il suo corpo nel luogo dove riposava una vergine“.
Appena fuori dal complesso è conservato il cippo dedicato alle vittime della Breccia di Porta Pia.
Grazie alla suggestiva ambientazione, al fascino straordinario e all’unicità della sua architettura, il Mausoleo di Santa Costanza è molto amato dalle coppie che si uniscono in matrimonio con rito religioso.
Per le foto si ringrazia il Complesso Monumentale di Sant'Agnese fuori le mura
Informazioni
Per gli orari di accesso e informazioni per la visita consultare il sito ufficiale
Location
Per conoscere tutti servizi sull'accessibilità visita la sezione Roma accessibile.