R. Wagner: Preghiera da Rienzi per violoncello e pianoforte; Canzone del premio da I Maestri Cantori di Norimberga, per violoncello e pianoforte; Wesendonck - lieder (arr. A. Bonardi)J. Brahms: Trio in mi bemolle maggiore per violino, corno e pianoforte, op. 40Roma Tre Orchestra EnsembleAlessandro Guaitolini, violoncelloLucie Monjanel, mezzosopranoMatteo Bevilacqua, pianoforteRichard Wagner e Johannes Brahms hanno incarnato poli opposti della vita musicale tedesca della seconda metà dell’Ottocento: la cosiddetta Brahms gegen Wagner, che rifletteva non solo un contrasto estetico ma quasi due partiti culturali.I due si incontrarono una sola volta, a Vienna, nel 1863. Wagner vedeva in Brahms un conservatore sterile, lo considerava un musicista accademico, legato a forme del passato (sonata, sinfonia, quartetto) e incapace di una vera innovazione drammatica e filosofica, oltre che di scrivere belle melodie. Per Wagner, Brahms rappresentava la musica assoluta opposta alla sua idea di opera d’arte totale e di musica del futuro. Dal lato di Brahms il giudizio non era meno critico, ma più contenuto nei toni. Brahms ammirava aspetti della scrittura wagneriana (l’orchestrazione, certe invenzioni armoniche), ma detestava l’enfasi, la retorica e il culto della personalità che circondava Wagner. Si sentiva distante dal suo progetto estetico e morale (e ne era distante, per comportamento, atteggiamenti e stile di vita).Di entrambi, ascoltiamo pagine indimenticabili. I Wesendonck - lieder, scritti a Zurigo ai tempi in cui Wagner meditava sul Tristano e Isotta (di cui vengono anticipati molti temi musicali), sono forse la più importante pagina dell’autore slegata dai grandi drammi musicali. Il Trio per corno di Brahms è invece, forse, la più importante pagina cameristica in assoluto dedicata a questo ottone, autentica meraviglia sospesa tra rigore formale e intensità emotiva.
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