
“Veni, veni, me sequere fida” (parte prima)
L'Accademia Barocca di Santa Cecilia e il Coro dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia sono protagonisti del primo appuntamento barocco della stagione diretto dal maestro Federico Maria Sardelli: la Juditha Triumphans di Antonio Vivaldi.
Composto e rappresentato nel 1716 all’Ospedale di Pietà a Venezia, La Juditha Triumphans devicta Holofernis barbarie è l'unico dei quattro oratori sacri che sappiamo essere stati scritti dal celebre compositore veneziano di cui ci sia giunta la partitura, per cui estremamente prezioso e raro. Si tratta inoltre del testo che per primo ha rivelato Vivaldi come autore non solo strumentale, ma anche vocale.
Il lavoro fu commissionato per celebrare la vittoria della Repubblica di Venezia sui Turchi e la difesa dell'isola di Corfù, e riscosse subito un grande successo. La vicenda biblica infatti diventa un’allegoria della lotta militare della Serenissima contro i turchi, dove Giuditta, la giovane vedova ebrea che uccide il generale assiro Oloferne decapitandolo nel sonno, rappresenta Venezia e Oloferne il sultano.
L’oratorio è caratterizzato da una ricchezza eccezionale dell'organico strumentale che prevede cinque soliste vocali, un coro e un’orchestra comprendente numerosi strumenti obbligati poco usuali, come mandolino, chalumeau (o salmoè, strumento simile al clarinetto inventato pochi anni prima), organo, viola d’amore e cinque viole da gamba. Quest’aspetto, insieme all’inconsueta varietà della tavolozza timbrica è uno dei motivi di maggior pregio dell’oratorio, che ne fanno un indiscusso capolavoro.
Il direttore d’orchestra e flautista Federico Maria Sardelli ha fondato l’orchestra barocca Modo Antiquo con cui svolge attività concertistica in Europa ed un protagonista della rinascita del teatro musicale di Vivaldi: sue sono le prime rappresentazioni, incisioni ed edizioni mondiali di numerose opere vivaldiane inedite.
Tra le maggiori interpreti dell’oratorio all’Auditorium, segnaliamo le soprano Giorgia Rotolo, Marta Vulpi e Rui Hoshina e il contralto Ann Hallenberg.
Foto: pagina facebook dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia
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