
Ballate, passages, racconti fisici delle cose vicine su musica eseguita dal vivo, sul palco della Sala Petrassi dell'Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, da Michele Rabbia, Julien Desprez, Julien Loutelier e Roberto Negro.
Quattro donne ai bordi della fragilità del tempo sono prese nell’avventura, tra presagi e fatalità del tempo in uno spazio abitato da danzatrici e musicisti che sfumano l’uno nell’altro. Un’agorà che propone cerimonie e incontri di una comunità in divenire, in un clima sommesso, vibratile e costellato da un’infinità di dettagli gestuali.
Al centro della riflessione è l’eroicità della donna e del porsi con il corpo di fronte all’ingiustizia, corpo che reagisce alle richieste di sottrarsi alla realtà.
In uno spazio aperto, su cui sono disposte quattro postazioni musicali, avviene una cerimonia sull’ascolto e una fatale attrazione si dipana tra suoni e corpi, tra spazio onirico e gesti trasmessi.
La formalizzazione di immagini in misure e ritmi, stanze e ritornelli, cerca di cogliere la compassione, il dono della fragilità. La memoria restituisce il movimento sempre mancante di qualcosa, ma proprio per questo, seme sorgivo e inaspettato da cui nasce una forma di gioco in cui il corpo è un continuo accadere di ascolti e tocchi, incontri che sembrano avvenire oltre l’imbrunire, in un clima notturno.
Accostandosi l’uno all’altro, spostandosi a vicenda, affiorano incontri meravigliosi e giocosi. L’evento non è solo ciò che accade ma ciò che accadendo apre all’avvenire: un evento composto di racconti di vicinato, di prossimità e coesistenza tra musicisti e danzatori, suono e gesto.
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