UKIYOE. Il Mondo Fluttuante. Visioni dal Giappone

La mostra al Museo di Roma Palazzo Braschi dal titolo suggestivo UKIYOE. Il mondo fluttuante, illustra tutto il fascino dell'arte giapponese di epoca Edo, presentando una selezione di 150 capolavori tra il XVII e il XIX secolo, tra dipinti, rotoli, ventagli e stampe, e oggetti tradizionali, come kimono o strumenti musicali.

L’esposizione racconta altresì l’arrivo in Giappone e la passione per il collezionismo di due grandi viaggiatori italiani, Edoardo Chiossone (1833-1898) e Vincenzo Ragusa (1841-1927), entrambi vissuti nel Paese del Sol Levante in un periodo in cui il Giappone si apriva per la prima volta agli stranieri. Con l'insediamento dell'Imperatore Mutsuhito nel 1868, infatti era iniziato il rinnovamento del Giappone dell’epoca Meiji (1868-1912), con la quale erano state avviate importanti riforme politiche, culturali e strutturali: il paese si stava velocemente modernizzando, soprattutto dal punto di vista tecnico e tecnologico, grazie all’arrivo degli occidentali.

Edoardo Chiossone, già professore di disegno e di incisione, fu invitato in Giappone come oyatoi gaikokujin (impiegato straniero) dove ricoprirì il ruolo di direttore dell'Officina Carte e Valori del Ministero delle Finanze giapponese. Arrivato a Tokyo nel 1875 vi rimase fino al 1891. In Giappone incise più di 500 lastre di francobolli, banconote, titoli di stato e bolli di monopolio.

Vincenzo Ragusa, scultore e artista, introdusse in Giappone le tecnologie di fusione del bronzo e altre tecniche europee di scultura con armature e modellato, esercitando un ruolo di primo piano nello sviluppo delle moderne arti scultoree giapponesi. Fece inoltre parte del primo corpo di insegnanti e del gruppo di consulenti scelti dal governo Meiji per la fondazione della Scuola Tecnica di Belle Arti di Tokyo, insegnando anche presso la Scuola d'Arte Industriale di Yokohama. Nel 1878 scolpì il busto bronzeo, ritratto della diciassettenne Tama Kiyohara - che divenne successivamente sua moglie - prima persona giapponese a posare per un artista europeo. Quell'opera fu la prima di diverse altre raffiguranti ritratti di gente comune, attori e personalità importanti, che l'artista palermitano realizzò nel paese del Sol Levante.

Ragusa è noto anche per la sua importante attività di intermediazione culturale tra Italia e Giappone, che svolse insieme alla moglie. 

La mostra infine, è un’occasione per approfondire gli artisti e le tematiche della produzione artistica giapponese che arriva fino ad Utagawa Kunyioshi (1798-1861), uno degli ultimi grandi maestri della pittura e della xilografia nipponica. 

Il progetto si avvale della collaborazione del Museo delle Civiltà, attraverso l'esposizione, del corpus di opere facenti parte della c.d. collezione Ragusa, insieme alla collaborazione del Museo Chiossone di Genova.

Foto: Katsushika Hokusai, La [Grande] Onda presso la costa di Kanagawa dalla serie Trentasei vedute del monte Fuji 1830-1832, Silografia policroma ©Courtesy of Museo d’Arte Orientale E. Chiossone