
Una monumentale opera corale, cantata in cinese e sanscrito, presentata in prima nazionale sul palco dell’Auditorium Parco della Musica. Premio Oscar e Leone d’oro alla carriera, Tan Dun è tra i pochi compositori del panorama attuale a essere diventato un fenomeno di massa con 15 milioni di visualizzazioni su YouTube per la sua Internet Symphony: dalla colonna sonora del film “La tigre e il dragone” di Ang Lee alle musiche delle cerimonie ufficiali delle Olimpiadi di Pechino nel 2008 e ai lavori sperimentali che attingono a fonti sonore insolite, le sue opere attraversano le frontiere tra generi musicali e creano una sintesi originale fra tradizione cinese ed elementi stilistici occidentali.
Divisa in sei storie e composta per sette solisti, coro e orchestra, Buddha Passion è una sorta di risposta alla “Passione Secondo Matteo” di Bach, la prima passione buddista in una storia di oratori cristiani. L’ispirazione è nata dalla città di Dunhuang e dalle maestose Grotte di Mogao, chiamate anche Grotte dei Mille Buddha, un importante avamposto della Via della Seta fiorito come centro per il culto e l’apprendimento buddista. Generazioni di monaci e pellegrini hanno scolpito santuari nelle sue pareti rocciose, costruendo gradualmente una delle più grandi collezioni di pittura, scultura e architettura buddista al mondo.
Unendo le antiche narrazioni degli insegnamenti del Buddha ai concetti universali e senza tempo di amore, perdono, sacrificio e salvezza, ben noti nelle passioni occidentali, Tan Dun riassume le storie ritratte sulle pareti delle Grotte di Mogao in un’opera musicale straordinaria e unica. Il compositore cinese ha voluto che la musica stessa fosse simbolo della filosofia del Buddha, utilizzando molti suoni naturali, come acqua, vento, pietre, perché “la filosofia buddista incarna sempre la natura e tratta la natura come una parte del corpo”.
Foto tandun.com
Informazioni
