![Quartetto Hagen/Schumann Quartetto op. 49 n .3, Schubert Quintetto per archi D 956-Foto: sito ufficiale dell'Auditorium Parco della Musica Quartetto Hagen/Schumann Quartetto op. 49 n .3, Schubert Quintetto per archi D 956-Foto: sito ufficiale dell'Auditorium Parco della Musica](https://turismoroma.it/sites/default/files/Hagen%20Quartett%20copertina.jpg)
Il 29 gennaio il Quartetto Hagen, tra i più noti e celebrati del mondo, torna all’Auditorium Parco della Musica, avvalendosi nell’occasione della presenza di Julia Hagen, giovane violoncellista figlia di Clemens Hagen, storico componente del gruppo oltre che della Lucerne Festival Orchestra. In programma il Quintetto per archi D. 956 di Franz Schubert e il Quartetto op. 49 n. 3 di Schumann.
Il Quintetto per archi in do maggiore, è l’unica composizione di Schubert per questo tipo di organico, poichè le altre sono per quartetto d’archi e pianoforte, nonchè una delle ultime pagine cameristiche del compositore viennese, completata qualche settimana prima della sua morte nel 1828. Il brano è caratterizzato da una strumentazione inusuale, in quanto è composto da un quartetto d'archi standard con un secondo violoncello aggiunto. Il brano è diviso tradizionalmente in quattro movimenti - Allegro ma non troppo; Adagio; Scherzo (Presto, Trio: Andante sostenuto); Finale: Allegretto - tutti di grande estensione e ricchezza compositiva. Nonostante oggi sia riconosciuto dai musicologi come un capolavoro della storia della musica e come una tra le più alte espressioni del Romanticismo musicale, il brano forse per l'eccessiva lunghezza e le particolarità armoniche presenti, restò sconosciuto per lungo tempo e non godette di alcuna fama fra i contemporanei. La prima esecuzione pubblica e la pubblicazione a stampa non avvennero che molti anni dopo la morte del compositore, rispettivamente nel 1850 e 1853.
Il Quartetto op. 49 n .3, composto da Schumann nel 1842, è diviso in quattro movimenti: Andante espressivo, Allegro molto moderato (fa diesis minore); Assai aditato (fa diesis minore); Adagio molto (re maggiore); Finale, Allegro molto vivace (la maggiore), Quasi Trio (fa maggiore). Come molti altri, si ispira non solo ai quartetti di Beethoven, ma anche alle composizioni dei suoi predecessori; così, se nel primo quartetto dell'op. 41 l'influenza dell'ultimo Beethoven è molto evidente, sia nello stile che nei temi beethoveniani, negli altri, come il n.3, accanto a quest’ultima non è meno palese l’influsso di Haydn e Mozart.
Foto: sito ufficiale dell'Auditorium Parco della Musica
Informazioni
Mercoledì 29 gennaio 2025 alle ore 20.30
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