La mostra racconta settant’anni di design nordico femminile attraverso una selezione di oggetti per la tavola e analizza il ruolo che designer, artigiane, architette, artiste, imprenditrici, provenienti da Danimarca, Finlandia, Norvegia e Svezia, hanno avuto nella trasformazione della società del XX secolo.
La sua realizzazione è stata resa possibile grazie ai finanziamenti ricevuti dal Nordic Council of Ministers’ Culture and Art Programme e dal Nordisk Kulturfond, in collaborazione con l’Ambasciata di Danimarca, l’Ambasciata di Finlandia, la Reale Ambasciata di Norvegia e l’Ambasciata di Svezia a Roma.
Ideata e curata da Fabia Masciello, l’esposizione riunisce centrotrenta pezzi in prestito da musei, archivi, collezioni private e aziende iconiche del Nord Europa, e mette in luce come il design per la tavola sia stato molto più di una questione estetica o funzionale: un campo di sperimentazione di nuovi modelli sociali, di emancipazione e di ridefinizione dei ruoli domestici e familiari. Una rivoluzione, silenziosa ma profonda, portata avanti da queste donne che nel realizzare oggetti belli, funzionali e accessibili a tutti, hanno dimostrato come un semplice gesto quotidiano possa rappresentare un atto di libertà e di ribellione. Il loro approccio progettuale è umanista, e coniuga creatività, estetica e funzionalità con empatia verso il fruitore e attenzione ai suoi bisogni, alla ritualità e all’inclusività.
Aino Aalto, Estrid Ericson, Nora Gulbrandsen, Marianne Westman, Herta Bengtson, Ulla Procopè, Grethe Meyer e molte altre designer, troppo spesso rimaste nell’ombra di colleghi, compagni e mariti con cui hanno lavorato, ci guidano in questo viaggio affascinante in cui gli oggetti riflettono le battaglie culturali e i cambiamenti sociali avvenuti tra l’inizio del Novecento e la fine degli anni Settanta.
L’esposizione si articola in quattro sezioni. La prima si apre con la nascita del design democratico nei paesi nordici, agli inizi del Novecento, un periodo in cui le donne — fino ad allora confinate alla sfera domestica — iniziano a reclamare un ruolo attivo nella vita politica e lavorativa. Negli anni Venti e Trenta conquistano visibilità le prime designer, direttrici di dipartimenti nelle fabbriche di porcellana, imprenditrici che, con determinazione, sfidano un contesto lavorativo dominato dagli uomini per portare avanti la propria ricerca creativa, parallelamente alle battaglie per il riconoscimento dei diritti femminili.La seconda sezione racconta il clima di rinascita e ottimismo che caratterizza gli anni Cinquanta, seguito dai cambiamenti del gusto negli anni Sessanta, in un contesto di crescente affermazione di professioniste nel mondo lavorativo del design.
La terza sezione esplora le trasformazioni sociali che hanno caratterizzato la fine degli anni Sessanta e gli anni Settanta, quando le donne, sempre più divise tra casa e lavoro, iniziano a ridurre il tempo dedicato alle attività domestiche, ridefinendo così ruoli, abitudini e dinamiche familiari. Contemporaneamente, la ribellione agli ideali borghesi favorisce l’emergere di uno stile di vita più libero e informale. Il design della tavola si fa specchio di questi cambiamenti, puntando su una maggiore informalità e valorizzando la convivialità e la socializzazione.La mostra si conclude con un omaggio alle operaie, a quella forza spesso invisibile che, con impegno quotidiano, ha contribuito a costruire non solo oggetti, ma anche storie, valori e identità collettive.Spesso il design è associato all’idea di lusso, status, visibilità. Questa mostra sceglie invece di spostare lo sguardo altrove: su un design silenzioso, necessario e durevole, che abita la quotidianità e la trasforma. Al centro le donne che — partendo dalla tavola, cuore della vita domestica e luogo simbolico di relazione, cura, condivisione — hanno ripensato e riscritto il vivere quotidiano.
La mostra è accompagnata da un programma di incontri, talk, laboratori e visite guidate infowww.novembrenordico.com
Informazioni
dalle 9-30 alle 19-30. Ultimo ingresso alle ore 18.45Chiuso il lunedì, 25 dicembre e il 1° gennaio (salvo aperture straordinarie su progetto MiC)Per aggiornamenti e le modalità di visita consultare il > sito ufficiale
 Condividi
      Condividi
    
      

























































