Grazie a un accordo di collaborazione tra la Sovrintendenza Capitolina e le Gallerie dell’Accademia di Venezia, il 7 settembre arriva nella Pinacoteca dei Musei Capitolini la splendida Deposizione di Cristo di Jacopo Tintoretto.
L'esposizione è un’importante occasione per i visitatori di ammirare la bellezza e la potenza espressiva del linguaggio pittorico del grande artista veneziano e di apprezzarne l’evoluzione nei dipinti del figlio Domenico Tintoretto, esposti anch’essi nella Pinacoteca Capitolina.
Già nella Chiesa dell'Umiltà alle Zattere a Venezia, il dipinto fu assegnato all'Accademia prima della demolizione della chiesa avvenuta nel 1821. Ricorda il nome e la dedica della chiesa il modo in cui viene presentato il soggetto, con la Vergine che sembra seduta a terra, nell’atteggiamento proprio della Madonna dell’Umiltà. Rispetto al modo tradizionale di rappresentare il momento della deposizione di Cristo dalla croce, il pittore riduce il gruppo degli astanti; i personaggi sono imponenti e più grandi del naturale. Maria Maddalena, che occupa per un terzo la parte superiore del dipinto, protende le braccia in un gesto di dolore, mentre fissa il viso di Cristo come alla ricerca di un segno di vita. La composizione è molto equilibrata: i corpi allungati di Cristo e della Vergine si sovrappongono in forma di croce e la diagonale composta dai due uomini sul lato sinistro trova un evidente parallelismo nella diagonale costituita dalle tre donne sulla destra. Il nudo scultoreo del Cristo, di influsso michelangiolesco, e l’intenso chiaroscuro di alcuni elementi figurativi, rendono questo dipinto un capolavoro di forte impatto emotivo. Il dipinto è databile tra i primi anni Cinquanta e l’inizio del decennio successivo.
Foto: Jacopo Tintoretto, la Deposizione di Cristo 1562 c.a. olio su tela di Lino, cm. 227 x 294, Venezia, Gallerie dell'Accademia
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Tutti i giorni ore 9.30-19.30