La mostra Dacia. L’ultima frontiera della Romanità al Museo Nazionale Romano - Terme di Diocleziano, a cura di Ernest Oberlander (direttore del Museo Nazionale di Storia della Romania) e di Stéphane Verger (direttore del Museo Nazionale Romano), rappresenta la più ampia e importante esposizione di reperti archeologici organizzata dalla Romania all’estero negli ultimi decenni, per illustrare lo sviluppo storico e culturale di questa nazione lungo l’arco di oltre millecinquecento anni, dall’VIII sec. a.C. all’VIII sec. d.C.
Nelle sale delle Terme sono presentati infatti circa 1000 oggetti provenienti da 47 musei rumeni, oltre che dal Museo Nazionale di Storia della Repubblica di Moldova, esposti per la prima volta insieme ad alcuni reperti del Museo Nazionale Romano.
L’esposizione si articola in quattro sezioni: la prima è dedicata alla Dacia romana e mostra la conquista del territorio all’epoca dell’imperatore Traiano (101-106 d.C.), sottolineando lo stretto legame e i forti parallelismi tra i reperti provenienti dai musei rumeni e quelli del Museo Nazionale Romano. La seconda sezione descrive la formazione della cultura dacica nell’età del Ferro grazie all’influsso dei Traci, degli Sciti e dei Greci delle colonie sul Mar Nero; la terza sezione presenta il confronto tra civiltà urbane mediterranee e civiltà tribali e nomadi continentali e l’inserimento della Dacia nelle reti culturali ellenistiche mediterranee e continentali, con nuove popolazioni centro europee quali i Celti, i Geto-Traci, i Bastarni di origine germanica; questo è inoltre il periodo in cui Roma comincia ad avere un’importanza politica nella regione. La quarta sezione si concentra sull’epoca del declino dell’Impero, con le difficoltà a mantenere sicuri i confini e la minaccia di popoli come gli Unni, mentre il potere di Roma si spostava mano a mano verso Oriente con Bisanzio. In questa sezione viene sottolineato anche il ruolo della cristianizzazione e della diffusione della lingua latina, elementi fondamentali dell’eredità di Roma.
Fil rouge delle sezioni è quell’intreccio tra le due diverse culture, che ricorre nel corso dei secoli grazie all’abbondanza di risorse e alla posizione chiave della Romania tra l’Europa e l’Asia, dapprima con l’integrazione della Dacia nel mondo romano, poi con il persistere della civiltà anche dopo l’abbandono del territorio dacico da parte dell’esercito e dell’amministrazione di Roma, infine la convivenza degli abitanti del territorio con le popolazioni migranti.
Tra i reperti di maggiore interesse segnaliamo il calco di una scena scolpita sulla Colonna Traiana (scena XXXII, spirale V), che apre il percorso della mostra, raffigurante tre arcieri Daci che tengono sotto tiro i Romani assediati all’interno di una città e che il grande archeologo Ranuccio Bianchi Bandinelli fece colorare agli inizi degli anni ’70, dimostrando così la presenza del colore nell’architettura dell’età imperiale romana.
Subito dopo sono esposti capolavori come il Serpente Glykon da Tomis, raffigurazione in marmo di un “demone buono” che guarisce dalle epidemie; lo splendido elmo d’oro di Cotofeneşti di manifattura tracia, con diverse scene di sacrificio; l’elmo celtico di bronzo da Ciumeşti, con lo stupefacente cimiero a forma di aquila che colpisce per l’unicità della fattura; il tesoro gotico di Pietroasele del IV secolo d.C. con la bellissima phiale (coppa) d’oro lavorata a sbalzo e le grandi fibule; alcuni bracciali d’oro daci, le tavolette in bronzo della Lex Troesmensium e il donarium di Biertan. In mostra anche una selezione di reperti - tra cui armi, vasi, ceramiche, monete, gioielli e corredi per i riti di magia – grazie ai quali vengono presentati la religione, l’arte, l’artigianato, il commercio e la vita quotidiana dell’antica Dacia.
L’evento è stato possibile grazie all’Ambasciata della Romania in Italia, in partenariato con il Museo Nazionale di Storia della Romania e il Museo Nazionale Romano, al Ministero Romeno della Cultura, al Ministero degli Affari Esteri della Romania, al Ministero della Difesa Nazionale della Romania, all’Istituto Culturale Romeno tramite l’Accademia di Romania, al Ministero della Cultura italiano e alla Direzione generale Musei. Posta sotto l’Alto Patronato del Presidente della Romania e del Presidente della Repubblica Italiana, la mostra segna un doppio anniversario per i rapporti bilaterali romeno-italiani: sono trascorsi infatti 15 anni dalla firma del Partenariato Strategico Consolidato tra la Romania e l’Italia e 150 anni dalla costituzione della prima agenzia diplomatica della Romania in Italia.
Foto: locandina ufficiale della mostra
Informazioni
Dal 21 novembre 2023 al 21 aprile 2024
Dal martedì alla domenica
ore 9.30 – 19.00
la biglietteria chiude alle 18.00
Chiuso il lunedì
Per aggiornamenti e le modalità di visita consultare il > sito ufficiale.
Programma conferenze in collaborazione con l’Accademia di Romania
I temi trattati sono connessi alle evoluzioni e alle dinamiche che hanno segnato l’Oriente e il Centro dell’Europa nel periodo dell’Antichità fino al Medioevo, momento storico che si sovrappone a quello illustrato dalla mostra sulla Dacia:
Mercoledì 22 novembre alle ore 16.00
Ernest Oberländer-Târnoveanu Direttore del Museo Nazionale di Storia della Romania “The Odyssey of the Dacian Gold Bracelets from Sarmizegetusa Regia (1999-2023)”. Introduce e modera Stéphane Verger.
Mercoledì 29 novembre alle ore 16.00
Roman bridges and bridgeheads across the Danube: Drobeta and Sucidava
Moderano e introducono Sara Colantonio e Carlotta Caruso.