
Passionale, struggente, drammatica: la Carmen di George Bizet torna al Teatro dell’Opera di Roma nella storica versione del 1970, con scene e costumi di Renato Guttuso.
Tratto dalla novella omonima di Prosper Merimée, l’opera in quattro atti del compositore francese, su libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy, debuttò il 3 marzo 1875 all’Opéra-Comique di Parigi: quello che oggi è considerato un capolavoro, all’epoca fu un insuccesso, a causa dell’estremo realismo e della trama scandalosa.
Una storia attuale e un capolavoro musicale imperdibile che racconta della sensuale sigaraia gitana dal carattere indipendente, desiderata da tutti gli uomini. La bella Carmen s'innamora, però, di Don José, a cui canta la celebre habanera L'amour est un oiseau rebelle, tipica danza cubana, o la Seguidilla, danza andalusa di origine gitana. Prorompente e vitale, la donna che “libera è nata e libera morrà!” perderà la vita per mano dell’uomo amato, incapace di accettare la fine del loro amore.
In scena, con la regia di Fabio Ceresa, al suo debutto all’Opera di Roma, un cast prestigioso – tra cui la celebre Gaëlle Arquez, per la prima volta sul palco del Costanzi, che si alterna con Ketevan Kemoklidz nel ruolo della protagonista, Joshua Guerrero e Jorge de León come Don José, Erwin Schrott e Andrei Bondarenko nei panni di Escarmillo, Mariangela Sicilia e Ekaterina Bakanova come Micaëla – accompagnati dal Coro e dall’Orchestra del Teatro dell’Opera, diretti rispettivamente da Ciro Visco e Omer Meir Wellber.
Foto: Carmen Atto IV 1969-70, ph. Archivio Storico del Teatro dell'Opera di Roma
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