






Le Gallerie Nazionali di Arte Antica in Palazzo Barberini presentano la mostra che celebra i due importanti anniversari dedicati alla straordinaria opera di Caravaggio, Giuditta e Oloferne, a settant’anni dalla sua riscoperta e a cinquanta dall’acquisizione da parte dello Stato Italiano.
La tela del Merisi, eseguita nel 1599 e riscoperta nel 1951 da Pico Cellini, uno dei massimi restauratori del Novecento, non fu mai alienata e rimase a Roma fino a metà Ottocento, per poi entrare far parte del patrimonio delle Gallerie Nazionali di Arte Antica nel 1971.
Esposte 31 opere che rivelano la trascinante e innovativa forza comunicativa del grande artista del Barocco nell’ambiente della pittura a lui coevo e mostrano violenza e seduzione nella pittura tra Cinquecento e Seicento, come evidenziato dal sottotitolo della mostra. I dipinti – quasi tutti di grandi dimensioni – provengono da prestigiose istituzioni nazionali ed internazionali, tra cui la Galleria Corsini e Galleria Palatina di Firenze; il Museo del Prado di Madrid; il Museo di Capodimonte di Napoli; la Galleria Borghese di Roma; il Kunsthistorisches Museum di Vienna; il Museo di Oslo.
Il percorso espositivo, a cura di Maria Cristina Terzaghi, è articolato in quattro sezioni e si apre con Giuditta al bivio tra Maniera e Natura, una selezione di opere cinquecentesche che mostrano i primi segnali di una nuova interpretazione del tema nei dipinti di Pierfrancesco Foschi, Lavinia Fontana, Tintoretto e di un seguace di Bartholomeus Spranger.
La seconda sezione è dedicata a Caravaggio e i suoi primi interpreti, ed è incentrata sulla tela di Giuditta che decapita Oloferne del Merisi, un vero e proprio omicidio che rappresenta un momento di rottura con la tradizione. Esposte le opere dei primi che, in qualche modo, poterono avere notizia del dipinto caravaggesco: da Trophime Bigot a Valentin de Boulogne, da Louis Finson a Bartolomeo Mendozzi, da Giuseppe Vermiglio a Filippo Vitale, la furia del delitto, in contrasto con la bellezza sensuale e pensosa di Giuditta, ispira e lascia spazio a nuove interpretazioni dell’episodio biblico.
Dedicata alla massima interprete del tema, la terza sezione, Artemisia Gentileschi e il teatro di Giuditta, si snoda tra i capolavori dei due Gentileschi, insieme ai dipinti di Giovanni Baglione, Johan Liss, Bartolomeo Manfredi, Pietro Novelli, Mattia Preti, Giuseppe Vermiglio e del raro Biagio Manzoni, una delle novità della mostra.
Le virtù di Giuditta. Giuditta e Davide, Giuditta e Salomé, quarta e ultima sezione, mette a confronto il tema di Giuditta e Oloferne e quello di Davide e Golia, in cui la virtù, l’astuzia e la giovinezza, rappresentate allegoricamente, trionfano sulla forza bruta del tiranno, infine decapitato. Il tema di Salomé, responsabile del martirio e della decapitazione di Giovanni Battista è spesso confuso nella raffigurazione pittorica con quello di Giuditta. In mostra le opere di Valentin de Boulogne, della bottega di Giovanni Bilivert e di Francesco Rustici.
L’esposizione è accompagnata da un catalogo, edito da Officina Libraria.
Foto di copertina: Michelangelo Merisi, detto Caravaggio, Giuditta decapita Oloferne, Gallerie Nazionali di Arte Antica - Palazzo Barberini, Roma
Informazioni
dal 26 novembre 2021 al 27 marzo 2022
dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 18.00 (ultimo ingresso alle 17.00)
chiuso lunedì, 25 dicembre, 1° gennaio
N.b. Nei fine settimana e nei giorni festivi è richiesta la > prenotazione obbligatoria
Per aggiornamenti e le modalità di visita consultare il > sito ufficiale
