La mostra ai Mercati di Traiano, che racconta la storia della collina ormai perduta della Velia e del “suo” elefante, presenta circa 100 opere, tra reperti archeologici, progetti grafici, oggetti d’arte e video, alcuni esposti per la prima volta. A 90 anni dalla scoperta, sono stati infatti restaurati i resti fossili di un elefante (Elephas antiquus) trovati alla base della collina Velia. L’intervento ha costituito l’occasione per proporre ai visitatori un insieme di opere, che gettano nuova luce su un settore dell’area archeologica del centro di Roma interessato negli anni Trenta del Novecento da distruzioni e da profonde trasformazioni urbanistiche.
Tra il 1931 e il 1932, fu sbancata infatti una collina, la Velia, che si estendeva tra le pendici del colle Oppio e le propaggini del Palatino, separando l’area dei Fori Imperiali dal Colosseo. L’intervento nasceva da un lato, dalla necessità di collegare Piazza Venezia, via Cavour e i nuovi rioni del Celio e dell’Esquilino, dall’altro, consentiva la realizzazione di una strada monumentale che, partendo da piazza Venezia arrivava al Colosseo. Si trattava di un percorso scenografico, fiancheggiato dai monumenti della città antica che si andavano via via recuperando con le demolizioni del Quartiere Alessandrino, iniziate già a partire dal 1924. La nuova arteria cittadina prese il nome di via dell’Impero (l’attuale via dei Fori Imperiali) e fu inaugurata il 28 ottobre 1932 in occasione della celebrazione del decennale della Marcia su Roma, diventando così il luogo per eccellenza delle parate del regime.
I danni subiti dal patrimonio artistico e archeologico, a causa di questo sbancamento, furono molto ingenti, a partire dallo smantellamento pressoché totale del giardino di Villa Rivaldi, che si estendeva sulla sommità del colle fino alle spalle della Basilica di Massenzio, fino alle distruzioni della stratificazione archeologica, che si rivelò molto ricca di testimonianze di epoca romana, in particolare i resti di una domus con affreschi ben conservati e molte statue. Ma la scoperta forse più inaspettata avvenne nel maggio 1932, quando furono riportati alla luce numerosi resti di fauna fossile, tra i quali il cranio e la zanna di elefante Elephas (Palaeoloxodon) antiquus costituiscono il reperto più famoso. Le operazioni di recupero si svolsero con grande celerità: l’Elephas, rimosso in gran fretta, fu poi trasportato nell’Antiquarium Comunale del Celio, dove fu poi dimenticato.
L’esposizione è divisa in quattro sezioni nelle quali sono illustrate alcune importanti tappe della storia del colle: l’intervento di sbancamento con i progetti di sistemazione architettonica e le modalità di raccolta dei materiali archeologici rinvenuti; il complesso monumentale di Villa Rivaldi, fortemente danneggiato dai lavori; le testimonianze archeologiche di una ricca domus rimasta in uso per lungo tempo in epoca imperiale; la scoperta degli importanti resti dell’Elephas antiquus.
Sono inoltre presenti filmati d’epoca conservati negli archivi dell’Istituto Luce e un video con immagini degli archivi della Sovrintendenza Capitolina, molto utili a capire il contesto storico e ad approfondire i temi trattati in mostra.
Foto: sito ufficiale dei Mercati di Traiano
Informazioni
Dall'8 aprile al 24 maggio 2022, PROROGATA al 10 aprile 2023
Tutti i giorni 9.30-19.30
1 gennaio 2023 ore 11.00 - 19.30
Ultimo ingresso un'ora prima della chiusura
Giorni di chiusura
1 maggio e 25 dicembre
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