Via Frattina deriva probabilmente dal nome del Vescovo di Amelia, Bartolomeo Ferratino, il quale la fece asfaltare creandone a capo la propria abitazione. Altre fonti riportano che il nome derivi, come molte delle vie limitrofe, dalla descrizione geografica del luogo come era prima dei lavori di pavimentazione
stradale.
Di certo prima di questi anni nelle antiche mappe romane vi era tracciata una via che collegava la zona di piazza di Spagna con il Corso. Da sempre è stata sede di passaggio di poeti, artisti e regnanti.
Prima i Francesi poi gli Spagnoli (come testimonia il grande portone di accesso ai giardini dell’odierna Ambasciata di Spagna, proprio al civico accanto a quello del Bar) e gli “Inglesi” come diceva il Belli per identificare stranieri di ogni tipo. Vi risiedettero Joyce, Keats e a pochi passi Wolfgang Goethe.
Non potevano mancare pagine tra i racconti popolari romani del Trilussa (che risiedeva nel Rione) e di Bartolomeo Pinelli, che la ricordano come la via dove un giovane postino di San Silvestro, detto er Tinea, venne eletto “er più de Trastevere”.
Nel 1956 al ritorno dei vecchi bottegai nel dopoguerra, apre il Bar Frattina. In quegli anni la via era frequentata da pittori e registi neorealisti assidua era la presenza di Guttuso e Rossellini. Associazioni e saloni culturali lasciano il posto poi ad atelier ed esposizioni di alta moda, tra le più apprezzate al mondo. Turisti e visitatori possono respirare aria di storia e degustare specialità gastronomiche tipiche tra l’incanto del luogo e l’alta qualità del servizio.