L’area intorno al Mausoleo di Augusto, una delle più imponenti opere architettoniche della romanità e il più grande monumento funebre circolare mai edificato, si conferma luogo decisivo di inestimabili scoperte archeologiche.
A due anni esatti - era il luglio del 2021 - dal ritrovamento del raro cippo pomeriale in travertino dell’epoca di Claudio rinvenuto durante gli scavi per la realizzazione del progetto di riqualificazione di piazza Augusto Imperatore, preziosa testimonianza dello sviluppo dell’Urbe e del suo ampliamento, riaffiora dal terreno sottostante il Mausoleo un’elegante testa di divinità femminile.
Il volto è scolpito in marmo, forse pario, pregiato materiale a grana fine proveniente dalle cave dell'isola di Paro, lo stesso in cui è stata raffigurata la Venere di Milo. La raffinatissima fattura e i capelli elegantemente raccolti sulla sommità del capo da una “tenia”, un nastro annodato, ne fanno forse l’effigie di una prestigiosa statua a grandezza naturale di Afrodite.
Il reperto, che si conserva integro, è stato rinvenuto nella fondazione di un muro tardoantico sul lato orientale degli scavi, rivolto verso il basso.
La testa era protetta da un banco d'argilla e riutilizzata come materiale da costruzione in epoca tardo medioevale; la pratica di riutilizzare opere scultoree anche di importante valore era allora piuttosto frequente e ha consentito, come in questo caso, la fortunata preservazione di importanti opere d’arte rimaste sepolte per millenni.
Al momento, lo straordinario reperto è stato affidato ai restauratori per essere pulito e agli archeologi per essere identificato e datato, anche se appare quasi certa la sua attribuzione all’epoca augustea, tra il 44 a.C. e il 14 d.C.