Le preziose epigrafi, trafugate quasi un secolo fa, sono state rinvenute a Fano in perfetto stato di conservazione e restituite al Parco archeologico di Ostia antica. Si tratta di nove documenti epigrafici di carattere funerario, originariamente destinati alle aree sepolcrali dell’antica Ostia: commemorano i defunti, per esempio una “ottima moglie”, un “carissimo marito” e un bimbo di nome Epigono morto a quattro anni e due mesi, ma possono al contempo contribuire ad approfondire le conoscenze sulla società della colonia romana alle foci del Tevere.
Le iscrizioni erano state illecitamente sottratte negli anni Quaranta del Novecento, subito dopo i grandi scavi effettuati in occasione del progetto per l’Esposizione Universale di Roma del 1942, ed erano poi confluite in una collezione privata. Il loro recupero è il frutto delle indagini messe in atto dal Comando dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale a partire da una segnalazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Ancona, Pesaro e Urbino, e in particolare della funzionaria Maria Raffaella Ciuccarelli. Per confermare che le epigrafi provenissero effettivamente da Ostia è stato necessario un accurato lavoro d’indagine e ricerca scientifica, che si è avvalso anche del contributo di esperti in epigrafia ostiense, tra i quali il professore emerito di Archeologia e Storia dell’Arte greco-romana Fausto Zevi.
Le epigrafi ritrovate sono solo una piccola parte dell’immenso patrimonio storico-artistico ostiense disperso in Italia e all’estero ma testimoniano l’impegno da parte delle autorità preposte nei confronti della tutela dei beni culturali per contrastare il traffico illecito di reperti.
Foto ostiaantica.beniculturali.it
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