Nella tarda età imperiale usciva dalla città da Porta Tiburtina ma la sua storia era cominciata molti secoli prima: tracciata nel III secolo a.C. ricalcando gli antichissimi percorsi legati alla transumanza, la Tiburtina è infatti una delle prime strade consolari. Eppure non smette di riservare sorprese ancora oggi. In agosto, durante i lavori di allargamento della via moderna, all’altezza dell’undicesimo chilometro (il VII miglio della strada antica), a 4 metri sotto l’attuale livello stradale le indagini archeologiche hanno riportato alla luce i resti di una di quelle opere di ingegneria per cui i Romani erano giustamente famosi.
È la grande arcata in blocchi di travertino di un ponte, probabilmente di epoca imperiale, che serviva per attraversare il Fosso di Pratolungo, poco prima del punto in cui il corso d’acqua confluiva nell’Aniene. All’arcata manca la chiave di volta, probabilmente a causa delle risistemazioni dell’area in età medievale e rinascimentale, quando il ponte venne parzialmente abbattuto e chiuso da alti muraglioni. La frequentazione del luogo anche durante il Medioevo è confermata dal ritrovamento di numerosi ferri di cavallo. La nuova scoperta permetterà comunque di comprendere meglio la topografia antica della zona e i suoi sviluppi nel corso dei secoli. Al termine delle indagini archeologiche i resti del ponte saranno consolidati e ricoperti per garantirne la tutela e la conservazione.
Foto: Courtesy Soprintendenza Speciale di Roma | © Fabio Caricchia