È uno dei capolavori più amati da Bernini, che la realizzò a metà del 1600, uno “spettacolo totale” in cui pittura, scultura, architettura, rappresentazione scenica e illuminazione artistica si fondono in un tutto armonico: la Cappella Cornaro nella chiesa di Santa Maria della Vittoria, celebratissima anche dai contemporanei per il fascino senza eguali della statua in marmo di Santa Teresa d’Avila, riscopre le sue suggestioni originali grazie al restauro integrale eseguito dalla Soprintendenza Speciale di Roma.
Preceduti da una lunga fase di studi, i lavori di ripulitura e di consolidamento della cappella hanno svelato alcuni degli accorgimenti adottati dal genio dell’illusionismo barocco, riportando alla luce particolari nascosti, per esempio nei quattro riquadri in stucco dorato che raccontano i momenti principali nella vita della santa, o nell’affresco con la raffigurazione dell’Empireo, ripulito dallo strato di nerofumo che lo offuscava fin dal 1833, quando un incendio quasi distrusse la chiesa. Il lavoro dei restauratori ha riguardato anche il gruppo scultoreo della Santa e l’angelo, i bassorilievi laterali e la vetrata che inonda di luce e di vita le statue. Il vetro giallo di schermatura è risultato essere novecentesco ma con tutta probabilità è una riproduzione fedele dell’originale berniniano del quale sono stati ritrovati minuscoli e preziosissimi frammenti.
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