Ideate dall’artista tedesco Gunter Demnig e al centro di un progetto che coinvolge tutta Europa, le pietre d’inciampo o Stolpersteine sono piccoli sanpietrini ricoperti di ottone lucente sui quali sono incisi il nome, l’età, la data e il luogo di morte delle vittime delle persecuzioni religiose, politiche e razziali del nazi-fascismo, per tenerne viva la memoria, anche tra le nuove generazioni, nell’ultimo luogo dove hanno vissuto libere, cioè di fronte alle case da cui vennero strappate. Roma è stata la prima città italiana ad aderire all’iniziativa nel 2010: alle 336 pietre posate nelle undici edizioni passate se ne aggiungono quest’anno altre 21, per invitare chi passa a riflettere su quanto accaduto in quel luogo e in quella data.
Tra le nuove pietre d'inciampo, una è dedicata a Emma Di Veroli (via Portico d’Ottavia, 9), una bambina di due anni assassinata il giorno dell’arrivo ad Auschwitz con sua madre. Tra i martiri ricordati anche il militare paracadutista Mario Carucci (Vicolo del Gelsomino) e Domenico Ricci (Via Tor de' Schiavi, 50), fucilato alle Fosse Ardeatine, Antonio Risi (Via Malachite, 22) preso dai tedeschi e dai fascisti nel rastrellamento di Pietralata, Alberto Spizzichino, Costanza Di Porto, Norina Spizzichino, Armando Pace che saranno ricordati in Piazza San Cosimato 63.
Organizzata dall’Associazione Culturale Arteinmemoria, l’edizione 2021 delle pietre d’inciampo a Roma è in collaborazione con le Biblioteche di Roma e con il Museo Storico della Liberazione, con il patrocinio di vari municipi capitolini, dell’UCEI e della Comunità ebraica romana.