L’allora Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio, al fine di adeguare Villa Adriana ai livelli qualitativi richiesti dall’UNESCO – che nel 1999 aveva incluso il comprensorio nella lista del Patrimonio dell’Umanità-WHL – pianificò un ambizioso programma per offrire un’immagine più adeguata al contesto internazionale.
Gli scavi e le ricerche si indirizzarono sui grandi edifici dell’intorno dell’Area archeologica, da sempre i meno noti. Tra i principali risultati si giunse nell’arco di circa un decennio alla scoperta del periplo stradale di accesso al Grande Vestibolo e al vicino complesso egittizzante denominato Antinoeion, all’altro sito “egizio” tradizionalmente noto come Palestra e al c.d. Tempio di Pluto.
Oltre alla migliore conoscenza delle strutture architettoniche, insufficientemente rappresentate nelle piante storiche, ai preziosi reperti, soprattutto scultorei, tornati alla luce e alle decorazioni, gli scavi hanno costituito l’occasione per riconsiderare l’intera problematica dei luoghi egittizzanti della Villa, anche con i suoi addentellati a Roma e nel mondo greco, ove un ruolo preminente ebbe senza dubbio la figura di Antinoo.
Saluti
Alfonsina Russo, Direttrice del Parco archeologico del Colosseo
Andrea Bruciati, Direttore di Villa Adriana e Villa d’Este
Intervengono
Zaccaria Mari, già Funzionario archeologo SABAP per l’area metropolitana di Roma e per la provincia di Rieti
Anna Maria Reggiani, Direttrice emerita per l’archeologia del Ministero della Cultura
Informazioni
Martedì 9 aprile 2024
Ore 16.30