La rassegna Museums at Work, ospitata nella Sala XVII della Pinacoteca dei Musei Vaticani, continua con la mostra Un’infinità di lumi. Intagli dorati di una Macchina d’altare. L’esposizione, curata da Alessandra Rodolfo, Responsabile del Reparto per l’Arte dei secoli XVII e XVII, è la prima delle tre iniziative espositive – due delle quali visitabili presso il Polo Museale di Castel Gandolfo – pensate dalla Direzione dei Musei e dei Beni Culturali.
La Macchina d’altare al centro dell’esposizione, uno sfarzoso apparato in legno intagliato e dorato che in origine era un’antica edicola sacra o una macchina processionale tardobarocca, giunse in Vaticano in epoca imprecisata per essere poi trasformata – in tempi più recenti e con l'aggiunta dell'Agnello mistico al centro e di una raggiera sullo sfondo – in una Macchina delle Quarantore (quaranta ore di smarrimento e di fede che intercorrono fra la morte sulla Croce e la Resurrezione di Gesù) per l'esposizione del Santissimo Sacramento. La Macchina rievoca l’arca dove riposò il corpo di Cristo e si innesta sulla tradizione popolare dei Sepolcri che, a partire dal Giovedì Santo, scandisce il tempo della dell’adorazione e della preghiera prima della resurrezione pasquale.
Utilizzata probabilmente nella Cappella Paolina e più certamente nella Chiesa di Sant'Apollinare a Roma, qui rimase dal 1984 al 1991, anno in cui fu musealizzata e esposta nel Museo Storico del Palazzo Lateranense.
Nella mostra si evidenzia come la Macchina d’altare sia stata oggetto di accurate indagini diagnostiche, a cura del Gabinetto di Ricerche Scientifiche applicate ai Beni Culturali e di un complesso intervento di restauro eseguito dalle mani esperte di Stefano Tombesi, Massimo Alesi e Marco De Pillis, presso il Laboratorio di Restauro Dipinti e Materiali lignei diretto dal Maestro restauratore Francesca Persegati. L’intero progetto di recupero e valorizzazione del prezioso manufatto infine, è stato reso possibile grazie al generoso sostegno dei Patrons of the Arts in the Vatican Museums - Capitolo dell’Ohio.