Inaugurato per la prima volta il 5 gennaio 1911 per l’Esposizione Universale in occasione del cinquantenario dell'Unità d'Italia, il maestoso ingresso al Giardino zoologico di Roma venne realizzato su progetto del celebre architetto e urbanista Armando Brasini e di Giulio Barluzzi, architetto e ingegnere, che gli conferirono il ben noto carattere esotico e fantastico, che si sposava perfettamente con il gusto del tempo.
Nell’elegante accesso al Giardino zoologico più antico d’Italia, visitato ogni anno da centinaia di migliaia di romani e turisti, si fondono armoniosamente le possenti e sinuose volumetrie ispirate all’Antico, al Rinascimento e al Barocco dei due padiglioni e la leggerezza, mutuata da motivi decorativi seicenteschi, della raffinata cancellata.
Opera di Vincenzo Romeo, i caratteristici gruppi scultorei che ornano il portale, come gli uomini in lotta con animali e le due teste di elefante a guardia delle porte di accesso ai due vestiboli, sono stati sottoposti a un lento e progressivo degrado causato dalle più diverse condizioni atmosferiche, dall’azione corrosiva del tempo e dall’accumulo di polveri e smog.
Oggi, dopo un attento e articolato intervento di restauro conservativo curato e finanziato dal Dipartimento capitolino Tutela Ambientale, sotto la supervisione della Soprintendenza Speciale di Roma e la Sovrintendenza capitolina, l’intero complesso monumentale è stato riportato al suo antico splendore grazie alla fedele ricostruzione di parti mancanti di alcune statue, tra cui il cacciatore dei coccodrilli, il cacciatore di aquile, il leone, la leonessa e le due teste di elefante.
Il restauro, durato complessivamente otto mesi, è stato completamente ecocompatibile: per l’eliminazione di muschi e muffe sono stati infatti utilizzati biocidi a base di olii essenziali, prodotti di distillazione delle piante aromatiche, atossici per gli operatori e per l’ambiente.
Foto: Marco Petrangeli