Ospitata nel giardino di Villa Caffarelli ai Musei Capitolini, potete ammirare la suggestiva ricostruzione del Colosso di Costantino, una tra le opere più rappresentative della scultura romana tardo-antica, realizzata in scala 1:1, grazie allo studio approfondito di fonti letterarie ed epigrafiche e dei nove frammenti sopravvissuti della grandiosa scultura originale - testa, braccio destro, polso, mano destra, ginocchio destro, stinco destro, piede destro, piede sinistro - conservati nel cortile di Palazzo dei Conservatori.
Alta circa 13 metri, la statua colossale di Costantino (IV secolo d.C.) raffigura l’imperatore nelle vesti di Giove seduto, con il corpo parzialmente scoperto, un mantello sulla spalla, il globo nella mano sinistra e lo scettro nella destra.
Per la realizzazione dell’opera, ogni frammento è stato modellato in 3D e posizionato su una statua digitale ricreata utilizzando tracce iconografiche provenienti da testimonianze coeve di fattura e in posa analoga, come la statua colossale di Giove (I secolo d.C.) conservata al Museo statale Ermitage di San Pietroburgo, probabilmente ispirata allo Zeus di Olimpia, opera di Fidia, e la grande copia in gesso della statua dell’imperatore Claudio, ritratto come Giove, allestita al Museo dell’Ara Pacis.
Dal modello 3D, ad altissima risoluzione, si è poi passati alla ricostruzione fisica del Colosso in resina e poliuretano, polvere di marmo, foglia d’oro e gesso che hanno dato vita a un'opera estremamente dettagliata in cui si possono distinguere le “ricuciture” tra le parti ri-materializzate e le copie dei frammenti originali.
I materiali impiegati sono stati scelti per evocare il marmo e il bronzo; la struttura interna – che in origine era probabilmente di mattoni, legno e barre di metallo – è stata realizzata in alluminio, facilmente assemblabile e rimovibile.
Inizialmente, si supponeva che i nove frammenti in marmo pario, rinvenuti nel 1486 all’interno dell’abside di quello che si riteneva fosse il Tempio della Pace di Vespasiano, ma che poi fu identificato con la Basilica di Massenzio lungo la Via Sacra, appartenessero a una statua dell’imperatore Commodo. I frammenti furono quindi collocati nel Palazzo dei Conservatori durante alcuni lavori di ristrutturazione su progetto di Michelangelo tra il 1567 e il 1569. Solo alla fine dell’Ottocento, furono attribuiti al ritratto colossale dell’imperatore Costantino.
Un decimo frammento, parte del torace, rinvenuto nel 1951, verrà presto trasferito dal Parco Archeologico del Colosseo nel cortile del Palazzo dei Conservatori, accanto agli altri frammenti.
Il progetto è promosso da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e realizzato in collaborazione con Fondazione Prada e Factum Foundation for Digital Technology in Preservation con la supervisione scientifica di Claudio Parisi Presicce, sovrintendente capitolino ai Beni Culturali.
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Informazioni
Dal 6 febbraio 2024
Tutti i giorni ore 9.30-18.30