Fede e catene: dal Carcere Mamertino alla nuova chiesa dei Falegnami
Situata alle pendici del Campidoglio, l’incantevole Chiesa di San Giuseppe dei Falegnami sorge sul Carcere Mamertino, o Carcer Tullianum, la più antica prigione di Roma, costruita dal re Anco Marzio nel VII secolo a.C. Costituito da due ambienti sovrapposti, il suggestivo monumento ospitava l’antica Chiesa di San Pietro in Carcere, dove, secondo la leggenda, gli apostoli Pietro e Paolo furono rinchiusi prima di subire il martirio; nel 1540, il luogo fu concesso in affitto all’Arciconfraternita dei Falegnami per riunirsi e svolgere le loro funzioni religiose.
Nel 1546, a causa dell’inadeguatezza dello spazio, la congregazione decise di realizzare, in onore del loro patrono, un nuovo edificio di culto - le cui caratteristiche, in mancanza di fonti iconografiche, sono sconosciute - sulla preesistente chiesa. Alla fine del Cinquecento, si decise di rinnovare la chiesa, demolendo la precedente struttura, su progetto dell'architetto ed intagliatore milanese Giovan Battista Montano, supervisionato da Giacomo Della Porta, all’epoca architetto del municipio romano.
Nel 1621, dopo la morte di Montano, Giovan Battista Soria, nominato "architetto della Compagnia", si occupò di dirigere i lavori di ampliamento dell’Oratorio e la costruzione della sagrestia. Nel 1657, fu designato Antonio del Grande, che completò i lavori della chiesa, consacrata l’11 novembre 1663.
La facciata di San Giuseppe: un raffinato gioco di forme e armonie
Disegnata dal Montano, l’elegante facciata della chiesa si presenta a doppio ordine, con finestrone centrale, sovrastato da un grande timpano triangolare, alla cui base si trovano due timpani più piccoli. Impreziosita da volute ed edicole, era originariamente decorata da pitture ad affresco e su lavagna, probabilmente eseguite da Avanzino Nucci e completate nella seconda metà del Seicento.
Attualmente, nell’ordine inferiore, sono appena visibili La Fuga in Egitto, sopra il portale incorniciato da semicolonne e timpano, e i Santi Pietro e Paolo, nei riquadri laterali.
Sacro splendore: capolavori d’arte all’ombra della Roma Imperiale
L’interno è a navata unica, fiancheggiata da due cappelle per lato. L’originale soffitto ligneo seicentesco a cassettoni, travolto per due terzi a causa del crollo della copertura nell’estate del 2018, è stato ricostruito fedelmente con un complesso e minuzioso lavoro di restauro. Straordinaria opera del Montano, il soffitto presenta, al centro, un suggestivo rilievo con la Natività, incorniciata da figure di angeli e, alle estremità, due rilievi di minore dimensione con le scene di San Giuseppe col Bambino e della Sacra Famiglia.
Nella chiesa si possono ammirare numerose opere d’arte, come il pregevole dipinto Sposalizio della Vergine del pittore Horace Le Blanc (1605), la splendida Natività del giovane Carlo Maratta (1651), la Sacra famiglia con Sant’Anna di Giuseppe Ghezzi e Il transito di San Giuseppe di Bartolomeo Colombo, conservati nelle cappelle laterali.
Tra il pavimento e la volta del Carcere Mamertino, un ambiente sottostante ospita la cinquecentesca Cappella del Crocifisso, il cui nome ha origine da un crocifisso in legno miracoloso detto "di Campo Vaccino", in precedenza custodito sopra l’ingresso del monumento.
L’annesso Oratorio di San Giuseppe, un gioiello davvero inaspettato, ospita un soffitto meravigliosamente intagliato, unitamente al bellissimo ciclo di affreschi sulla Storia della Sacra Famiglia, dipinto dal pittore Marco Tullio Montagna nella prima metà del Seicento.
Informazioni
La Chiesa di San Giuseppe dei Falegnami è ancora chiusa al pubblico per i lavori di restauro mentre è visitabile il Carcere Mamertino.
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