La mostra Pericle Fazzini, lo scultore del vento al Museo Carlo Bilotti a Villa Borghese, che celebra il 110° anniversario della nascita dell’artista, è un’esposizione antologica che ripropone al pubblico capitolino una ricca serie di capolavori dello scultore marchigiano.
Nel percorso della mostra sono presentate una cinquantina tra le opere più rappresentative tra bozzetti, disegni, sculture di piccola e grande dimensione, oggi conservati presso la Fondazione “Pericle Fazzini”, che narrano il percorso di uno dei maggiori artisti italiani del XX secolo.
L’esposizione, curata dallo storico dell’arte Alessandro Masi, in collaborazione con Roberta Serra e Chiara Barbato, è un excursus sull’intera produzione artistica di Fazzini, che va dalle prime opere degli anni Trenta e Quaranta come “Donna nella tempesta” (1932) e “Il ragazzo con i gabbiani” (1940-46) fino ai bozzetti originali della “Resurrezione” della sala Pier Luigi Nervi in Vaticano. Da segnalare inoltre, tra le altre, la scultura monumentale del 1932, “Uscita dall’Arca”, con la quale il giovane Fazzini vinse la borsa di studio per il Pensionato Artistico Nazionale, il “Ritratto di Ungaretti” (1936; fusione 1987), il “Ritratto di Sibilla Aleramo” (1947) e la “Danza”, che lo vide protagonista alla Quadriennale romana del 1935.
Figlio di un falegname piceno, Pericle Fazzini fu introdotto dal poeta Mario Rivosecchi negli ambienti artistici della Roma dei Mafai, Scipione, Mazzacurati, Ziveri e della gallerista Anna Laetitia Pecci Blunt (Galleria La Cometa), che impressero una svolta all’arte in senso espressionista e antiretorico contro ogni forma d’arte di regime e celebrativa del fascismo. Definito da Ungaretti “lo scultore del vento”, questo artista tra i più apprezzati della “Scuola romana”, è stato autore delle più importanti testimonianze dell’arte sacra del ‘900. Le sue sculture trovano spazio in importanti collezioni private e pubbliche come il Moma di New York, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, la Guggenheim Collection di Venezia, il Centre Pompidou di Parigi e il Momat di Tokyo.
Un ampio catalogo a cura di De Luca Editore riporta i testi di Alessandro Masi, Bruno Racine, Claudio Strinati, Salvatore Italia, Roberta Serra, e Chiara Barbato. Un vasto repertorio bibliografico e un supplemento di scritti antologici infine, curati dallo storico della lingua italiana Giulio Ferroni, arricchiscono la pubblicazione.
Foto: sito ufficiale del Museo Carlo Bilotti
Informazioni
Dal 25 marzo al 2 luglio 2023
Fino a maggio:
dal martedì al venerdì ore 10.00 - 16.00
il sabato e la domenica ore 10.00 - 19.00
Da giugno al termine della mostra:
martedì - venerdì ore 13.00 - 19.00
sabato e domenica ore 10.00 - 19.00
Giorno di chiusura: tutti i lunedì, 1° maggio
Ultimo ingresso mezz'ora prima della chiusura