Piazza del Campidoglio ospita la mostra fotografica in ricordo delle vittime della mafia e dei luoghi delle tragedie, promossa da Roma Capitale in occasione del trentennale degli omicidi dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Realizzata con la preziosa collaborazione del Procuratore della Repubblica Fernando Asaro, La mafia uccide, il silenzio pure. GLI INVISIBILI ammazzati dalla mafia e dall’indifferenza nasce dall’imponente e rigoroso lavoro di indagine della fotografa, autrice e curatrice Lavinia Caminiti, che realizza un itinerario visuale della memoria attraverso le sue immagini.
La fotografa racconta i delitti di mafia avvenuti nella sua Sicilia e nel resto d’Italia, tentando di risvegliare le coscienze, vincendo l’indifferenza, attraverso il confronto dei luoghi degli omicidi, nelle foto attuali e immortalati dagli obiettivi o negli articoli di stampa immediatamente dopo le tragedie.
Il percorso espositivo si trasforma in una virtuale mappa del terrore, che la Caminiti ricostruisce con estrema sensibilità: dall’assassinio del poliziotto italo-americano Joe Petrosino del 12 marzo del 1909, fino all’uccisione del diciassettenne Genny Cesarano nel Rione Sanità di Napoli del 6 settembre 2015. Tra le loro storie, oltre un secolo di orribili delitti e vittime innocenti o inconsapevoli: da Peppino Impastato a Boris Giuliano, dal Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, insieme a Emanuela Setti Carraro e l’autista Domenico Russo, senza dimenticare il giornalista Mario Francese, l’undicenne Claudio Domino, l’imprenditore Libero Grassi, il lavoratore Giuseppe D’Angelo e il medico legale Paolo Giaccone.
Strade e angoli ripresi in una quotidianità quasi sconcertante, che riesce in modo prepotente a rievocare le orribili esecuzioni di uomini d’impegno politico, come Piersanti Mattarella e Pio La Torre, di magistrati, poliziotti e servitori dello stato, come Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, i componenti della scorta Vito Schifani, Antonio Montinaro e Rocco Dicillo, Paolo Borsellino e gli agenti Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, i magistrati Rocco Chinnici e Pietro Scaglione, Cesare Terranova, Gaetano Costa e Rosario Livatino, il Capitano dei Carabinieri di Monreale Emanuele Basile e il successore Mario D’Aleo, il poliziotto della Squadra Mobile di Palermo Calogero Zucchetto, l’agente Antonino Agostino .
L’indagine fotografica prosegue con gli attacchi allo Stato, mostrando le immagini dei luoghi simbolo colpiti dagli attentati mafiosi del 1993: la Basilica di San Giovanni in Laterano e la Chiesa di San Giorgio al Velabro a Roma, via Palestro a Milano e via dei Georgofili a Firenze.
La mostra si conclude con Le Rose Spezzate, fortemente voluta dall’Associazione Nazionale Magistrati (ANM), su proposta dalla Procura della Repubblica di Tivoli e del suo Procuratore Francesco Menditto. La sezione prende il nome dal manifesto simbolo dell’ANM, che ritrae delle rose spezzate in due parti con accanto i nomi dei 28 magistrati assassinati dalla mafia, dal terrorismo e per causa di servizio, e vede esposta una galleria fotografica dei magistrati ripresi durante le scene di vita quotidiana.
Informazioni
Dal 7 al 30 novembre 2022
la mostra è sempre visibile