La chiesa è uno splendido ex voto barocco: fu infatti fatta realizzare da papa Alessandro VII sul luogo di una precedente chiesa dedicata a Santa Maria in Campitelli per accogliere un’immagine sacra della Vergine – ritenuta miracolosa fin dai tempi antichi – alla quale la città si era affidata in occasione della terribile epidemia di peste del 1656. Il progetto fu affidato a Carlo Rainaldi, allievo di Bernini: il papa pose la prima pietra il 29 settembre 1660 e concesse per l’occasione alla Madonna il titolo di Romanae Portus Securitatis. Il 14 gennaio del 1662 l’icona fu traportata nel nuovo tempio ancora in costruzione.
La facciata, tutta di travertino, è su due ordini con colonne lasciate indipendenti e non collegate alle pareti: anche se priva di stucchi e sculture come in tante altre chiese barocche, presenta straordinari effetti di chiaro scuro, scenografici e plastici. La cupola, ricoperta di tegole, poggia su un basso tamburo cilindrico. Conclude la struttura un’elegante lanterna barocca, caratterizzata da otto volute riccamente decorate.
La pianta, piuttosto complessa, risulta formata da due organismi distinti, con una prima parte a croce greca e una seconda parte formata da un vano quadrato concluso da un’abside e coperto a cupola, le cui prospettive esaltano lo scenografico altare maggiore disegnato da Rainaldi e realizzato da Giovanni Antonio De Rossi con la collaborazione di Ettore Ferrata. Al centro dell’altare è posta l’icona, una preziosa opera in lamina di rame dorato e smalti, probabilmente dell’XI secolo. Le cappelle laterali ospitano opere dei maggiori pittori barocchi di Roma: Sebastiano Conca, Giovanni Battista Gaulli (conosciuto come Il Baciccia) e Luca Giordano.
Nel chiostro attiguo alla chiesa è visibile una parte del basamento del Tempio di Apollo Sosiano.
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