
Nell’ambito del progetto espositivo Pier Paolo Pasolini. Tutto è santo. Il corpo poetico, il Palazzo delle Esposizioni presenta la rassegna Pasolini prossimo nostro curata da Azienda Speciale Palaexpo e dal Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale. In programma, oltre cinquanta opere a ingresso libero in Sala Cinema - molte delle quali presentate nel formato originale, la pellicola 35mm - che comprendono sia una rassegna dei più importanti film di Pasolini, sia una rivisitazione della sua produzione in quei cineasti che ne hanno raccolto l’eredità nel raccontare l’emarginazione, come i suoi contemporanei Bolognini, Scola e Citti, o i più recenti Caligari, Garrone, Corsicato, Ciprì e Maresco, Capuano e D’Innocenzo, fino ad arrivare ai registi stranieri Jodorowsky, Jarman e Dardenne.
Dalle pellicole presenti emergono quindi le tematiche principali del grande letterato e regista che hanno influenzato i successivi registi, come la capacità di raccontare l’emarginazione nei differenti contesti, o il lento sgretolarsi di un mondo contadino di fronte al "miracolo economico” dell’industrializzazione selvaggia. Affinità significative si riscontrano in autori come Mauro Bolognini, Ettore Scola e l’amico e collaboratore Sergio Citti. Mentre il mito, o gli elementi che caratterizzano l’Edipo re, Porcile, Medea e Il fiore delle Mille e una notte hanno influenzato l'estetica di molto Cinema Novo e delle visioni desertiche di Jodorowsky. In linea con le tematiche dei romanzi “borgatari” e di Accattone, invece si trovano Amore tossico e Non essere cattivo di Claudio Caligari, che esprimono il degrado sociale unitamente al problema della droga. Maggiormente legati invece a un'estetica nichilistica sono da annoverarsi i cineasti Ciprì e Maresco, debitori al Pasolini più drammatico di Porcile, Salò o Le120 giornate di Sodoma.
Foto: serie Pier Paolo Pasolini (provini a contatto), 1958 (dettaglio). Foto di © Cecilia Mangini/ Archivio Cecilia e Lino, Roma
Informazioni
20 ottobre - 08 dicembre 2022
Sala Cinema
