Fu tra i bronzi donati al popolo romano da Papa Sisto IV nel 1471, andando a formare il primo nucleo della collezione dei Musei Capitolini: la mano – con alcune parti mancanti – insieme alla testa e al globo è ciò che resta di una colossale statua dell’imperatore Costantino, una superba testimonianza della statuaria monumentale romana della tarda antichità. Grazie alla collaborazione con il museo del Louvre, nello spazio espositivo dell’Esedra del Marco Aurelio è ora possibile ammirare la mano ricomposta con l’aggiunta di due falangi del dito indice.
Fino agli anni Trenta del Cinquecento, come attestano testimonianze grafiche dell’epoca, la mano era ancora completa in tutte le sue parti; solo successivamente risultano le prime lacune, tra cui l’indice privo delle due falangi superiori, considerate irrimediabilmente perse. Tutto ciò che sappiamo della storia di questo frammento è che nel 1863 arrivò al Louvre insieme ad alcune opere d’arte appartenute al marchese Giampietro Campana, uno dei protagonisti del collezionismo romano negli anni centrali dell’Ottocento. La scoperta che le falangi fossero parte della mano di Costantino risale al 2018, grazie a un modello 3D portato a Roma da Parigi.
La ricomposizione della mano grazie al prestito pluriennale concesso dal museo parigino avviene, inoltre, in occasione di uno speciale anniversario: i 550 anni dalla donazione sistina. Per maggiori informazioni sugli ingressi e sull’acquisto biglietti vi invitiamo a consultare il sito www.museiincomuneroma.it. L’acquisto online è obbligatorio per l’accesso sabato, domenica e festivi entro il giorno prima.