Comparsa sul mercato antiquario nel 2008 a Londra e attribuita a un anonimo artista bolognese, la Danza campestre è stata riconosciuta come un capolavoro realizzato dal grande pittore Guido Reni nei primi anni del suo soggiorno romano, grazie anche all’individuazione del dipinto all’interno degli inventari e delle descrizioni della collezione di Scipione Borghese. L’opera è stata ora riacquistata proprio dalla Galleria Borghese che ha così eccezionalmente recuperato un dipinto di cui per secoli si erano perse le tracce.
La presenza del dipinto nella collezione è una ulteriore testimonianza della predilezione mostrata dal cardinale per il maestro bolognese, da lui considerato l’artista più importante presente sulla scena romana dopo la morte di Annibale Carracci. La tela raffigura una festa campestre, un ballo accompagnato dalla musica del liuto e della viola da braccio al quale assistono dame e signori del luogo seduti in cerchio in una radura tra gli alberi. Il paesaggio collinare è costellato di castelli, casali e una piccola chiesa. Un particolare salta letteralmente all’occhio: secondo il gusto diffuso per il trompe l’oeil, due mosche sono raffigurate sulla superficie della tela, quasi a voler sollecitare l’osservatore a scacciarle con la mano.
Dopo il suo arrivo in Galleria e appena possibile, il dipinto sarà presentato al pubblico in una cornice di iniziative che ne illuminino l’origine e il suo posto nel contesto romano del primo Seicento.