








“Quando si spara, si spara, non si parla!” Benedicto Pacifico Juan Maria Ramirez detto Tuco.
Parole lapidarie che impartiscono l’ennesima lezione di vita, ma soprattutto di morte, a uno dei tanti pistoleri sprovveduti che hanno la sfortuna di incrociare la strada di Eli Wallach.
Avvolto da una nuvola di schiuma profumata, questo killer seriale sentenzia e uccide con distacco e indifferenza.
Tuco è solo uno dei personaggi indimenticabili di film leggendari come Il Buono, il Brutto, il Cattivo, Per un Pugno di Dollari, C’era una volta il West o C’era una volta in America, che hanno fatto grande il cinema di Sergio Leone, il genio che ha reinventato il western, e che con la sua visione innovativa è stato di ispirazione per grandi registi contemporanei come Martin Scorsese, Steven Spielberg, Francis Ford Coppola, Quentin Tarantino, George Lucas, John Woo, Clint Eastwood e Ang Lee.
Il suo cinema, fatto di contrasti, ironia e disincanto, viene celebrato, a 90 anni dalla nascita e a 30 dalla scomparsa, con la mostra C’era una volta Sergio Leone: l'universo dell’uomo e del regista si svela attraverso gli oggetti che lo hanno accompagnato nella vita di tutti i giorni, come la sua scrivania, i suoi libri, il piano Petrof dove Ennio Morricone gli faceva ascoltare le sue colonne sonore leggendarie – lo sapevate che erano compagni di classe alle elementari? – , e poi i modellini, le scenografie, le sceneggiature, i costumi, gli oggetti di scena, e centinaia di fotografie dei set e della vita familiare.
Eppure, nonostante i film grandiosi che ha realizzato, i cui dialoghi sono ormai scolpiti nella pietra, Sergio Leone era un uomo schivo e di poche parole, anche scritte. I suoi progetti e le sue sceneggiature preferiva raccontarle, narrarle all’infinito agli amici, agli sceneggiatori, ai produttori. Il suo lascito però è enorme, un’eredità creativa smisurata, la “Bibbia” di ogni studente che vuole imparare a fare cinema, come Quentin Tarantino, che di lui disse “si può partire solo da Sergio Leone”.
C’era una volta Sergio Leone è suddivisa in varie sezioni: Cittadino del cinema, Le fonti dell’immaginario, Laboratorio Leone, C’era una volta in America, Leningrado e oltre, dedicata all’ultimo progetto incompiuto, L’eredità Leone.
Da non perdere assolutamente la valigia dei rumori, la collezione di oggetti che il regista, in epoca pre-digitale, utilizzava per creare il sonoro dei suoi film, e il filmato che lo mostra mentre è all'opera a riprodurre artigianalmente il galoppo dei cavalli o il frastuono della tempesta.
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Informazioni
Dal 17 dicembre 2019 al 3 maggio 2020 - PROROGATA AL 20 SETTEMBRE 2020
Tutti i giorni 9.30-19.30
1 gennaio ore 14.00-20.00
Ultimo ingresso un'ora prima della chiusura
Chiuso il 25 dicembre e 1 maggio
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