Nel cuore della Tibur Superbum
Maestosa ed elegantemente adagiata su una collina, Villa d’Este sorge al centro di Tivoli, l’antica città latina alle porte di Roma – definita dal poeta Virgilio “Tibur Superbum” – meta privilegiata da romanzieri, pittori, poeti, musicisti all’epoca del Grand Tour per i paesaggi di straordinaria bellezza e le preziose testimonianze archeologiche e architettoniche di varie epoche.
Dal 2001, è parte del Patrimonio Mondiale UNESCO, insieme all’imponente Villa Adriana (inserita nella lista dal 1999), la residenza edificata dall’imperatore Adriano intorno al 126 d.C. Dal 2016, entrambi i siti sono riuniti sotto la gestione dell’istituzione museale Le Villæ - Istituto autonomo Villa Adriana e Villa D’Este (MiC).
Il sogno rinascimentale di Ippolito d’Este
Edificata nella seconda metà del Cinquecento, la sontuosa residenza nasce per volontà del Cardinale Ippolito II d’Este, figlio del duca Alfonso I e di Lucrezia Borgia, amante delle arti e mecenate di artisti e letterati. Dopo la mancata elezione al soglio pontificio, da sempre la sua massima aspirazione, il suo destino si legò indissolubilmente alla storia dell’incantevole cittadina: a partire dal 1550, papa Giulio III gli conferì il titolo di governatore a vita di Tivoli, dove il cardinale iniziò a coltivare il sogno di realizzare una residenza che si ispirasse allo sfarzo delle corti di Ferrara, Roma e Fointanebleau e riportasse in vita gli echi della grandiosa Villa Adriana.
L’imponente progetto, affidato all’architetto e pittore napoletano Pirro Ligorio e realizzato dall’architetto di corte Alberto Galvani, prese corpo dopo il 1560 e proseguì per oltre vent’anni: nel 1572, alla scomparsa di Ippolito II d’Este, la villa era pressoché ultimata. Oggetto di ulteriori interventi di ampliamento e abbellimento a opera degli eredi del cardinale, passò successivamente agli Asburgo e, dopo un periodo di decadimento, ritrovò il suo antico splendore con il cardinale tedesco Gustav Adolf von Hohenlohe, che ne fece nuovamente un prestigioso salotto culturale, invitando spesso, tra il 1867 e il 1882, Franz Liszt. Qui, il celebre musicista, ispirato dall'atmosfera del luogo, compose numerose opere, tra cui Aux cyprès de la Villa d'Este, Christus e Les jeux d'eau à la Villa d'Este, eseguendo, inoltre, uno dei suoi ultimi concerti nel 1879. Agli inizi del secolo scorso, la villa, entrata a far parte del patrimonio dello Stato Italiano, fu sottoposta a restauro e aperta al pubblico.
Un raffinato capolavoro architettonico nella Valle Gaudente
Un arioso pendio dalla vista mozzafiato, punteggiato di vigne e oliveti: la Valle Gaudente, “felice”, rappresentava il luogo perfetto per edificare la lussuosa dimora del cardinale. Esteso su un’area di 4,5 ettari circa, il complesso di Villa d’Este si presenta come un quadrilatero dalle linee irregolari, dovuto all’esigenza di includere il preesistente convento benedettino nel progetto del nuovo palazzo, che domina gli spettacolari giardini con la struttura a tre piani e la sobria facciata, impreziosita al centro da un’elegante loggia con doppia rampa di scale. Gli interni si presentano preziosamente affrescati da alcuni dei più grandi tardo-manieristi romani – quali Livio Agresti, Federico Zuccari, Girolamo Muziano, Cesare Nebbia, Durante Alberti e Antonio – con riferimenti alla mitologia classica e alla storia di Tivoli.
L’esterno è un vero e proprio giardino delle meraviglie: fontane, vasche, cascate, grotte e ninfei, magnificamente integrati nel verde, scandito dalle geometrie dei viali che attraversano le terrazze digradanti. Esempio magistrale di ingegneria idraulica, il giardino della villa è un trionfo di giochi d’acqua delle numerose fontane, come la spettacolare Fontana dell’Ovato, detta anche di Tivoli: coronata dalla statua della Sibilla Albunea, con la sua esedra semicircolare, che abbraccia una grande vasca ovale, rappresenta la cascata della città, i suoi fiumi - Aniene ed Ercolano – e i monti tiburtini.
Di stile barocco è la monumentale Fontana dell’Organo, riccamente decorata, celebre per riprodurre suoni simili allo strumento musicale, grazie a un ingegnoso sistema idraulico, custodito all’interno di un tempietto, affiancato da due nicchie con le statue di Apollo e Orfeo e da quattro imponenti telamoni. Una sequenza di fontane, su tre livelli, ornate da gigli, aquile e barchette, caratterizza il suggestivo viale delle Cento Fontane, che unisce la Fontana dell’Ovato alla Rometta, un corso d’acqua sinuoso a evocare il Tevere, con al centro una grande barca – simbolo dell’Isola Tiberina - dominato da una grande statua della Dea Roma e dalla Lupa che allatta i gemelli Romolo e Remo. Passeggiando nel giardino all’italiana, si ammirano, tra le altre, la Fontana del Bicchierone – una grande valva di conchiglia con un calice all’interno - realizzata dal Bernini nella seconda metà del Seicento, la Fontana dei Draghi, un’ampia vasca con un gruppo scultoreo di quattro draghi dalle cui bocche zampilla un getto d’acqua, e la novecentesca Fontana di Nettuno, una maestosa cascata, incorniciata da potenti getti d’acqua che creano un indimenticabile effetto scenografico.
Immagine: Peschiere, Villa d'Este - courtesy of Le Villae - Villa Adriana e Villa d'Este-MiC
Informazioni
Aperto tutti i giorni
Dal 31 marzo al 15 settembre 2024
ore 8.45 – 19.45 (ultimo ingresso 18.45, chiusura del giardino ore 19.30)
13, 20, 27 luglio e 3, 10, 17, 24 agosto 2024
aperture straordinarie fino alle 23.45 (ultimo ingresso ore 22.45 - chiusura giardini ore 23.30)
Giorni di chiusura: Lunedì mattina, 1° Gennaio e 25 dicembre, salvo aperture straordinarie su progetto che vengono segnalate nel sito ufficiale.
Nel caso di lunedì festivi l’apertura è dalle ore 8.45 e il martedì successivo dalle ore 14.00. Chiusura secondo il piano orario di riferimento
Per aggiornamenti e le modalità di visita consultare https://villae.cultura.gov.it/i-luoghi/villa-deste.
Per conoscere tutti servizi sull'accessibilità visita la sezione Roma accessibile.