Dopo la proclamazione di Roma Capitale d'Italia, venne avviato un periodo di trasformazione e ammodernamento della città.
Tra le zone interessate dalla risistemazione rientrava quella che comprendeva tutto il complesso cinquecentesco compreso tra via del Corso, via Marco Minghetti e via delle Vergini, a pochi passi dalla Fontana di Trevi. Il progetto prevedeva l’edificazione di un passaggio pedonale coperto che collegasse tutti gli spazi in cui si svolgevano le diverse attività del proprietario dell’area, il Principe Maffeo Barberini-Colonna di Sciarra, deputato del Regno d'Italia ed editorialista de La Tribuna e della celebre rivista letteraria La Cronaca Bizantina, diretta da Gabriele D'Annunzio.
Al termine dei lavori si poteva ammirare uno tra i cortili più prestigiosi della Roma post-unitaria, un vero e proprio gioiello del liberty romano incastonato nell’imponente Palazzo Sciarra Colonna di Carbognano, edificato tra il Cinquecento e il Seicento. Il palazzo possiede, tra l’altro, uno tra i portoni di accesso più belli presenti in città, noto per essere una delle quattro “meraviglie di Roma”. Le altre tre erano: il "dado", con riferimento alla forma quadrata di Palazzo Farnese; il "cembalo", dalla forma di Palazzo Borghese; la "scala", ovvero lo scalone monumentale di Palazzo Ruspoli con i suoi 120 blocchi di marmo singoli.
L’esecuzione del progetto fu affidata a Giulio De Angelis, il più singolare, innovativo e inquieto fra gli architetti romani del suo tempo, già noto per la costruzione del palazzo della Rinascente.
Affascinato dallo Stile Liberty inglese, De Angelis progettò una struttura a pianta quadrata racchiusa da una volta in ferro e vetro, colonne di ghisa che scandivano l’accesso ai passaggi tra via Minghetti e la piazzetta dell’Oratorio e richiami al classicismo nelle architetture e nelle decorazioni parietali.
Il corpo centrale venne dipinto, tra il 1885 e il 1888, dal Giuseppe Cellini a encausto, una tecnica che prevede l'uso di pigmenti mescolati a cera punica. La decorazione si basava su un progetto iconografico del critico letterario Giulio Salvadori ed era espressa con motivi Liberty, tra reminiscenze etrusche e romane.
Il tema dominante era la celebrazione della donna nelle funzioni di angelo del focolare, come sposa e madre nella visione borghese della società di fine Ottocento. Nella parte alta del passaggio compaiono le Virtù, sormontate da un cartiglio che le identifica: La Pudica, La Sobria, La Forte, L’Umile, La Prudente, La Paziente; sul lato opposto, La Benigna, La Signora, L’Amabile, La Fedele, La Misericordiosa. Nella fascia inferiore, le scene della vita borghese dell'epoca con, da un lato, La cura del giardino, La conversazione, Il pranzo domestico, Il trattenimento musicale, L’esortazione della carità; dall’altro, La conversazione galante, che ritrae lo stesso Gabriele D'Annunzio, La toeletta, Il matrimonio e La cura dei figli.
Le decorazioni, che esaltano in modo particolare la madre del Principe, Donna Carolina Barberini Colonna di Sciarra, ripropongono più volte le iniziali della Principessa CCS alternate a quelle del figlio, MS.
I lavori terminarono nel 1888.
Il consistente restauro a cui la Galleria fu sottoposta negli anni '70 del Novecento vide lo svuotamento dell’intera struttura che venne consolidata tramite riempimento con cemento armato. Tutte le decorazioni esterne vennero accuratamente preservate.
Fontana di Trevi
La più famosa delle fontane romane: un gioiello di acqua e di pietra
Via del Corso
Piazza di Monte Citorio
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