
Un progetto multidisciplinare firmato dal coreografo e performer italo-argentino Pablo Ezequiel Rizzo che unisce danza, arti visive, parola e tecnologia. Al centro del lavoro presentato al Teatro India c’è una riflessione sul corpo e sulla sua oggettificazione determinata da sguardi esterni, norme sociali e codici culturali. L’opera si interroga su chi abbia davvero il potere di decidere come un corpo debba essere visto, rappresentato e raccontato.
La coreografia prende vita da tre corpi in scena, inizialmente limitati a movimenti bidimensionali ispirati a iconografie antiche, dai geroglifici egiziani alle pitture rupestri, dai vasi greci alle icone sacre. È un corpo ridotto a simbolo, congelato in forme rigide e imposte. Progressivamente, questo corpo si espande nello spazio alla ricerca di una nuova individualità, affrancandosi da stereotipi, binarismi e censure per diventare materia viva e sensibile.
Sex.Exe non si limita a decostruire gli stereotipi della storia visiva del corpo: propone una nuova visione, inclusiva e fluida, che supera le gabbie dell’identità, dei ruoli e delle convenzioni. Un atto performativo di autodeterminazione che celebra la libertà di essere e di mostrarsi, al di là di ogni regola.
Foto Teatro di Roma - Teatro India
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