
Il Museo dell’Arte Salvata riapre al pubblico dopo una lunga chiusura con un nuovo percorso espositivo che riunisce oltre 100 reperti archeologici databili dal IX secolo a.C. al III secolo d.C., trafugati e poi restituiti all’Italia tra il 2022 e il 2025 grazie alle indagini condotte dal Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) con il supporto delle più avanzate tecnologie digitali.
La mostra nasce da un accordo tra il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, il Dipartimento per la valorizzazione del Patrimonio Culturale e il Museo Nazionale Romano, e coinvolge anche il Dipartimento per la tutela del Patrimonio Culturale e l’Istituto Centrale per il Restauro in una rete istituzionale che rafforza il legame tra tutela, studio e divulgazione.
Tra i reperti più rilevanti presentati al pubblico, le urne etrusche policrome riconducibili a uno scavo illegale a Città della Pieve, accompagnate da corredi e da una statua in bronzo stilisticamente vicina alle opere del santuario di San Casciano dei Bagni e recentemente rimpatriata dal Belgio. Altri nuclei significativi includono le lastre dipinte ceretane del VI–V secolo a.C., armi in bronzo greche ed etrusche, vasellame in bronzo e argento etrusco e romano, terracotte magno-greche, oreficerie etrusche, maschere teatrali in marmo, e bronzetti votivi.
Non mancano materiali provenienti da operazioni in Paesi terzi o in zone di crisi – come la Siria e l’Egitto – tra cui amuleti in faience, figurine votive, sigilli, sculture in pietra e stoffe copte, in attesa di restituzione. Un’intera sezione è dedicata alle consegne spontanee: oggetti restituiti da cittadini consapevoli del valore storico e giuridico di quanto in loro possesso, a dimostrazione della crescente sensibilità verso la tutela del patrimonio comune.
L’ingresso al Museo dell’Arte Salvata è gratuito fino al 31 agosto. A partire dal 1° settembre, l’accesso sarà incluso nel biglietto unico del Museo Nazionale Romano.
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