Palazzo della Banca d'Italia - Palazzo Koch

L’unico palazzo di Roma identificato con il nome del suo architetto, l’imponente edificio affacciato su via Nazionale venne ideato alla fine dell’Ottocento da Gaetano Koch – il cui progetto fu preferito dopo molte polemiche a quello di Pio Piacentini – per ospitare la sede della Banca Nazionale del Regno d’Italia, diventata poi la Banca d’Italia.

Durante gli scavi delle fondamenta dell’edificio tornarono alla luce resti di abitazioni e un santuario di età domizianea dedicato a Silvano. Dell’epoca dell’imperatore Adriano è invece la statua che raffigura Antinoo collocata nel secondo cortile, che ne prende il nome. La facciata principale, dalle linee semplici e solenni, è a tre ordini e interamente costruita in travertino. Nell’ampio corpo centrale erano collocati in origine due grandi gruppi scultorei in seguito rimossi. Il palazzo era protetto da cancellate in ferro che furono rimosse da Mussolini per destinare il ferro alla produzione di armi e infine ripristinate secondo il progetto originale alla fine degli anni Sessanta. Le palme all’esterno sono il nido da anni di parrocchetti verdi del Sud America.

Fin dalla sua apertura nel 1893, il tempo all’interno del palazzo è stato scandito da una serie di orologi costruiti dalla ditta Hausmann, che era attiva a Roma già dal 1794. Il palazzo è di grande interesse anche per le soluzioni tecniche e architettoniche adottate dal suo architetto, per esempio l’impianto di condizionamento, le installazioni elettriche e idrauliche all’avanguardia e, soprattutto, lo splendido scalone d’onore che conduce ai piani nobili, considerato il più imponente tra quelli dei palazzi romani moderni. Negli ambienti di rappresentanza sono esposte numerose opere d’arte ma degni di rilievo sono anche i marmi policromi, le tappezzerie in seta, i grandi lampadari di Murano, gli arredi.

Dal 1993, il palazzo ospita anche un museo dedicato alla moneta, con una raccolta che copre un arco temporale di circa 5.000 anni, dalle tavolette cuneiforme di origine mesopotamica fino alle valute moderne. Nel 2019 è stata aperta la Sala espositiva di Arte Orientale, con opere di grande valore provenienti da Cambogia, Cina, Tibet, India e Persia.