Performer, disegnatore, scultore, autore e creatore teatrale, Jan Fabre è una delle figure più innovative, complete e complesse della ricerca artistica contemporanea. La Galleria Mucciaccia ospita per la prima volta in Italia i due più recenti capitoli della sua produzione artistica: Songs of the Canaries (A Tribute to Emiel Fabre and Robert Stroud) e Songs of the Gypsies (A Tribute to Django Reinhardt and Django Gennaro Fabre). L’esposizione è un’occasione per immergersi in un viaggio tra simbolismo, innovazione e intimità personale, dove il rapporto tra materia e spirito viene esplorato anche grazie a uso innovativo di materiali come il marmo di Carrara, il Vantablack (la più nera versione esistente del nero) e i colori a matita e tempera.
La prima parte, Songs of the Canaries (A Tribute to Emiel Fabre and Robert Stroud), è dedicata al fratello dell’artista scomparso in giovane età e a Robert Stroud, il “Birdman di Alcatraz”, condannato all’ergastolo per omicidio e diventato in carcere un rinomato ornitologo specializzato in canarini. La fragilità della vita, l’inseguimento dei sogni e la ricerca del senso più profondo dell’esistenza sono le tematiche che Fabre esplora attraverso un’installazione composta da opere in marmo di Carrara e sorprendenti disegni a matite colorate su Vantablack. Una serie di canarini appollaiati in cima a cervelli umani, apparentemente in contemplazione dei meccanismi interni della mente, fa da corredo alla scultura principale (The Man Who Measures His Own Planet - 2024), una figura che si erge su una scala, con le braccia tese nel tentativo di misurare l’immensità del cielo.
La seconda parte, Songs of the Gypsies (A Tribute to Django Reinhardt and Django Gennaro Fabre), mescola il jazz e l’arte con la vita personale dell’artista. Il cuore dell’installazione è costituito da tre grandi sculture di marmo di Carrara in cui Fabre raffigura un neonato fuori scala, suo figlio all’età di 5 mesi e mezzo, ma alto come il padre. Fabre ha chiamato suo figlio Django Gennaro in omaggio a Django Reinhardt, virtuoso chitarrista gypsy jazz belga, acclamato da musicisti di tutti i generi come geniale e innovativo. Le delicate forme infantili scolpite incarnano il mistero della nascita e della creazione e sono anche messaggere di partiture musicali jazz, che appaiono sia incise nel marmo sia nei disegni dai colori vivaci, evocando una dimensione giocosa e improvvisata, ispirata alle pitture infantili del giovane Django e ai brani di Reinhardt.
In copertina: Sharing secrets about the neurons, 2024, Carrara marble_Jan Fabre_ph. Pierluigi Di Pietro