
Nel 1962, durante i lavori per la costruzione degli edifici dell’attuale archivio del Vicariato, all'angolo tra via dei Laterani e via Amba Aradam, a una profondità di circa 7,50 metri, furono scoperti i resti di un piccolo ninfeo di epoca romana. Il ninfeo si presenta a pianta basilicale, costituito da un ambiente principale di forma rettangolare che termina in un’esedra, con al centro una nicchia, e due ambienti più piccoli ai lati.
Alcuni resti di mosaici in pasta vitrea fanno risalire la prima fase costruttiva all’età neroniana, o comunque giulio-claudia. Successivamente, intorno al III secolo d.C., il ninfeo subì alcune trasformazioni: fu aggiunta una decorazione musiva, lo zoccolo venne rifatto con lastre marmoree e le pareti furono decorate con pitture a motivi floreali, in parte ancora in buono stato di conservazione, soprattutto quelle nell’ambiente a destra dell’abside. Con tutta probabilità questi ambienti erano collegati alle terme ancora visibili a sud-est del Battistero Lateranense, databili alla prima metà del III sec. d.C.
Attualmente l'ingresso al monumento, che si trova a metà tra la proprietà comunale e quella vaticana, può avvenire o dall'interno dell'archivio del Vicariato e da un tombino lungo la strada.
Foto: Sovrintendenza Capitolina
Terme di Caracalla


Villa Celimontana


L'Anfiteatro Flavio (Colosseo)


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