A pochi passi dalla Basilica di San Giovanni in Laterano sorge Villa Wolkonsky, una delle dimore nobiliari più affascinanti della Capitale: un’oasi di pace immersa nel verde, suggestivamente attraversata da trentasei campate dell'acquedotto neroniano risalente al I secolo d.C.
Nel 1830, la Principessa russa Zenaide Wolkonsky, moglie di un aiutante di Campo dello Zar Alessandro I, acquista un vasto terreno agricolo – una porzione di quasi cinque ettari della collina dell'Esquilino – su cui creare un buen retiro ove intrattenere amici artisti e letterati, come Stendhal, Sir Walter Scott, James Fenimore Cooper, Gogol', che qui ha l’idea per Le anime Morte, Glinka e Donizetti.
La nobildonna incarica l'architetto romano Giovanni Azzurri di addossare a tre delle arcate dell’acquedotto una piccola residenza - il nucleo originario della proprietà - intorno alla quale realizza un giardino in stile romantico con roseti, siepi e numerose specie arboree tra cui dispone le statue, le grandi anfore, urne e reperti romani, provenienti per lo più dalle tombe che costeggiano l’acquedotto.
Alla morte della principessa, nel 1862, il figlio Alessandro eredita la villa e intraprende lo scavo delle tombe romane oltre l'acquedotto. Nel periodo della rapida espansione di Roma dopo il 1870, gran parte della proprietà fu liquidata e ampliata; i discendenti della principessa, i Campanari, hanno quindi l’opportunità di edificarvi una nuova, maestosa villa. In seguito, la proprietà viene ulteriormente ampliata con l’aggiunta di due ali e di un quarto piano; contestualmente viene ingrandita la villa appartenente alla principessa.
Nel 1922, la famiglia Campanari vende la villa al governo tedesco che ne fa la residenza del proprio ambasciatore fino al 1943. Dal 1947, invece, diviene la sede dell’Ambasciata Britannica e, nel 1951, dopo l’acquisto formale da parte del governo britannico, diviene la residenza ufficiale dell'ambasciatore.
Il grande giardino viene sottoposto a importanti trasformazioni rispetto all’assetto originario e le antichità che ne adornano i viali subiscono un lento declino, che in alcuni casi diviene un vero e proprio oblio; molti degli antichi reperti spariscono infatti alla vista, sepolti dalla vegetazione.
La Collezione Wolkonsky
L’ambizioso intervento di restauro messo in atto a partire dal 2011 ha permesso di recuperare lo spirito originario e il design dello splendido giardino ideato dalla principessa Wolkonsky: via via che i percorsi originali del parco vengono riportati alla luce, i numerosissimi reperti marmorei della proprietà, molti dei quali in cattive condizioni, vengono riscoperti e ripristinati. Alcuni, come i bellissimi ritratti funerari di famiglia e alcuni splendidi sarcofagi a bassorilievo, non particolarmente delicati dal punto di vista conservativo, si trovano oggi lungo il viale che costeggia l’acquedotto e ripropongono, seppure con nuove modalità espositive, il fascino originario del giardino della principessa.
Museo delle Serre Wolkonsky
Altri reperti, tra cui altri sarcofagi, frammenti a bassorilievo, statuine votive, iscrizioni ed elementi architettonici, hanno trovato invece collocazione nel nuovo Museo delle Serre Wolkonsky, due serre ottocentesche comunicanti tra loro e situate presso il cancello d’ingresso della residenza, restaurate e predisposte per accogliere le centinaia di pezzi che dovevano essere protetti dalle intemperie e per offrire ai visitatori la possibilità di ammirare la collezione senza interferire con le esigenze di sicurezza di Villa Wolkonsky, restituendo al contempo un inedito connubio tra antichità e natura.
L’importanza della Collezione Wolkonsky risiede tanto nella quantità e varietà dei reperti, quanto nella presenza di singoli ritrovamenti di grande valore storico-artistico, come ad esempio i ritratti funerari, tra cui spicca quello dei Servilii, i sarcofagi decorati a bassorilievo come quello a Ghirlande, quello con la Corsa delle Bighe e infine, il Satiro Musico, bellissima statua a grandezza naturale ricomposta da 15 frammenti rinvenuti nel giardino. Proprio il Satiro è l’ultimo ritrovamento in ordine di tempo a essere restaurato e il primo che accoglie i visitatori al loro ingresso nel nuovo Museo delle Serre.
Basilica di San Giovanni in Laterano
Rione XV - Esquilino
Casino Massimo Lancellotti (in Villa Giustiniani Massimo)
Informazioni
La villa è la residenza dell’Ambasciatore britannico a Roma
Location
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