








Affacciata su Roma, Villa Lante al Gianicolo è una delle ville romane del Cinquecento meglio conservate: insieme a Villa Madama è una preziosa testimonianza dei lavori della scuola di Raffaello e della “nuova era aurea” dei papa Medici. A commissionarne la costruzione, avvenuta tra il 1518 e il 1525, fu un importante funzionario di origine toscana, Baldassarre Turini, datario e segretario dei papi Leone X e Clemente VII, che desiderava un casino estivo per sfuggire alla calura della città.
L’architettura è da attribuire a Giulio Romano, allievo prediletto di Raffaello, coadiuvato nelle decorazioni da Giovanni da Udine, Polidoro da Caravaggio, Vincenzo Tamagni e Maturino: il risultato è una struttura equilibrata e proporzionata, con una perfetta fusione tra architettura, pittura e scultura. La villa fu probabilmente danneggiata durante il Sacco di Roma a opera dei Lanzichenecchi, come dimostrerebbe il famoso graffito conservato nel salone: “A dì 6 de magio 1527 fo la presa di Roma”. La data 1531 presente nella loggia dovrebbe indicare la fine dei lavori di ricostruzione.
Nel 1551 la proprietà passò alla famiglia Lante, da cui ha preso il nome che ha tuttora mantenuto nonostante i numerosi passaggi di proprietà successivi. A cavallo tra l’Ottocento e il Novecento, vi abitarono il noto archeologo tedesco Wolfgang Helbig e sua moglie, la principessa russa Nadine Šachovskaja, che ne fecero un salotto culturale frequentato da nobili e reali, letterati e musicisti, tra cui Carducci, D'Annunzio, Tolstoj e Wagner. Nel 1950 la proprietà fu venduta allo Stato di Finlandia, che lo destinò a sede della sua Ambasciata presso la Santa Sede e dell’Institutum Romanum Finlandiae, un istituto di ricerca dedicato alla cultura classica.
L’edificio, costruito sui resti di una precedente villa romana (forse quella del poeta Marziale), è ritmato da una partitura architettonica costituita da un ordine tuscanico, da un ordine ionico al primo piano e da un attico con semplici riquadri. Oltre alla bella facciata rinascimentale, sebbene con adattamenti successivi, di notevole pregio sono sicuramente il grande salone di ricevimento e la splendida loggia, aperta sul panorama cittadino, con raffinati stucchi attribuiti a Giovanni da Udine. Il vestibolo che immette nel salone è ornato da un Trionfo di Roma di Valentin de Boulogne e, sopra le porte, da altorilievi di Antonio Canova. Due sale furono affrescate da Vincenzo Tamagni (1525-27), forse su disegno di Giulio Romano, con copie dei ritratti celebri di Raffaello (la Fornarina, la Velata), muse e uomini illustri. Nel 1837, quando la villa fu acquistata dall’ordine religioso del Sacro Cuore, alcuni degli affreschi del salone con amorini, divinità e storie inerenti al Gianicolo furono ritenuti non adatti per i temi trattati. Furono così staccati e infine acquistati da Henriette Hertz per Palazzo Zuccari.
La villa è visitabile generalmente il venerdì mattina; l’istituto organizza inoltre conferenze, seminari e concerti per il pubblico romano e internazionale.
Informazioni
VISITATORI SINGOLI
Venerdì, dalle ore 9:30 alle 10:30, salvo chiusure per eventi privati.
VISITE DI GRUPPO
Le visite di gruppo (rivolte ad associazioni culturali, enti, ecc.) sono disponibili dal lunedì al venerdì, dalle ore 9:00 alle 12:00, esclusivamente su prenotazione via email.
Verificare nel sito ufficiale eventuali chiusure.
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