La sua struttura fu recuperata nel corso delle demolizioni degli anni 1926-1929 eseguite per riportare alla luce i quattro templi dell’Area Sacra di Torre Argentina. Sorta intorno al IX secolo, deve il suo nome al fatto che nella zona sorgevano i forni per la calce. Fu sistemata in un primo momento nella navata centrale del tempio A ma poi si allargò nel colonnato di sinistra. Quello che oggi si può ammirare è la zona absidale e del transetto e consiste in due pilastri in laterizio, frammenti del pavimento cosmatesco, la cripta semianulare, l’abside maggiore in laterizio e l' abside minore con muratura in tufelli. Si conservano nell'abside alcune pitture. Da notare un altare marmoreo del XII secolo all’interno del quale in una coppa di vetro erano custodite reliquie di santi. La chiesa fu riedificata una prima volta nel 1611 e successivamente nel 1695 quando Innocenzo XII la affidò ai Padri Somaschi.
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