La Riserva Naturale Decima Malafede è la più grande Area Protetta del sistema dei parchi gestito da RomaNatura.
Le più grandi aree boschive dell'Agro Romano sono comprese in questa zona e costituiscono una delle maggiori foreste planiziali del bacino del Mediterraneo. Uno studio del WWF vi ha censito oltre 800 specie vegetali. Quest'area, compresa tra il GRA, la via Pontina, la via Laurentina e il Comune di Pomezia, può anche vantare insediamenti umani che risalgono alla prima preistoria a circa 250.000 anni fa. La zona può dunque essere presa a modello dell'evoluzione complessiva dell'Agro Romano.
Flora
Un censimento floristico, condotto da botanici del Wwf, ha rilevato la presenza di oltre 950 specie vegetali. Fra le molte sorprese emerse da questo studio, sono state individuate 15 diverse specie di orchidee, appartenenti a quattro generi distinti: ofride, orchide, serapide, spirante. Alcune di esse compaiono nei pascoli, altre spuntano nel folto dei boschi. Tutte confermano, con la loro presenza, la buona qualità dell'ambiente della Riserva. Sulla Riserva si estendono alcuni boschi che, con le meravigliose foreste di Castel Porziano, formano un complesso di alcune migliaia di ettari, erede diretto dell'antica Selva Laurentina. Lo stato di conservazione e molto vario e alle alte e slanciate querce della splendida Macchia di Capocotta si affiancano boschi come quello di Catavanni duramente colpiti dagli incendi negli anni passati. La vegetazione forestale, oltre alle selve caducifoglie a cerro e farnetto, e composta da leccete pure o miste ad orniello, da lembi di boschi igrofili a farnia, ontano, pioppi e salici, da sugherete e da lembi di boscaglia di alloro. La Riserva ospita numerosi alberi secolari, appartenenti a diverse specie, tutti di eccezionali dimensioni: la roverella di Vallerano, i lentischi di Monte Cicoriario, le farnie della Selvotta e dei Radicelli, la sughera dei Monti della Caccia, il pioppo del Risaro e soprattutto la grande sughera di Macchiagrande di Trigoria, un albero secolare dalle dimensioni colossali, probabilmente la più grande d'Italia.
Fauna
Il territorio della Riserva è noto da sempre per la grande abbondanza di fauna, minacciata negli anni passati da un'intensa attività venatoria e di bracconaggio. Con l'istituzione della Riserva, e il divieto assoluto di caccia, sono ricomparsi i meravigliosi spettacoli di un tempo: si osservano levarsi in volo immensi stormi di allodole e pavoncelle, mentre passeggiando su uno qualsiasi dei sentieri è facile essere sorpresi dal frullare di un fagiano o dalla fuga precipitosa di una lepre. In alcuni luoghi della riserva vivono branchi di cinghiali e daini tuttora in espansione. La fauna della Riserva, secondo uno studio condotto dal Wwf, è composta da 13 specie di pesci, 8 di anfibi, 13 di rettili, 21 di mammiferi, 90 specie di uccelli, di cui 69 nidificanti.
Sentiero Trilussa
Il sentiero Trilussa è un percorso di circa 7 Km che parte da Vitinia all’angolo tra via del Risaro e via Massa Fiscaglia, facilmente raggiungibile a piedi dalla stazione di Vitinia della linea ferroviaria Roma-Lido.
Il percorso attraversa o sfiora ben tre aree protette: la Riserva Litorale Romano, la Riserva Tenuta presidenziale di Castelporziano ed il Parco Regionale di Decima Malafede.
Può essere percorso a piedi e in bici.
Dopo un breve tratto su asfalto si arriva allo sterrato che fiancheggia il Fosso di Malafede, un corso d’acqua che proviene dai Colli Albani e sfocia nel Tevere, formando la valle del Risaro. Un sottopasso consente di superare la Via Cristoforo Colombo e continuare su sterrato avendo alla nostra destra la Tenuta di Castelporziano. Si possono facilmente intravedere cinghiali, mucche maremmane e cavalli al pascolo brado della Tenuta.
Si può arrivare alla Pontina Vecchia, per tornare al punto di partenza percorrendo via del Risaro che fiancheggia l’omonima ridente valle della riserva di Decima-Malafede.
Ma perchè il sentiero è stato intitolato a Trilussa?
Lungo il sentiero si possono leggere alcune poesie del poeta romanesco, incollate su piccoli leggii in legno.
Il poeta romano Trilussa il cui vero nome era Carlo Alberto Camillo Mariano Salustri (1871 -1950) frequentava l’Osteria di Malpasso che opera dal 1910. Infatti è stata trovata una foto di Trilussa in compagnia di un gruppo di amici proprio davanti all’osteria, copia della foto è esposta all’interno dell’Osteria. Negli anni più recenti, l’Osteria del Malpasso è stata oggetto di visite da parte di attori e registi che venivano a girare nei vicini Studi De Laurentis situati sulla Pontina, all’altezza dell’attuale area commerciale di Castel Romano. Fellini fra tutti era sovente ospite dell’Osteria.
Sito web > Sentiero Trilussa
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