Nel cuore del Barocco
Situata nel Rione Parione, piazza della Chiesa Nuova è adiacente a Corso Vittorio Emanuele II, la vivace arteria che da piazza del Gesù si snoda fino a piazza Pasquale Paoli, all’altezza del Tevere. Su un lato della piazza, all’ombra di un albero, su un alto piedistallo poggia la statua in marmo di fine Ottocento dedicata a Pietro Trapassi, noto come Metastasio, il grande poeta e librettista nato nella vicina via dei Cappellari. A pochi passi da straordinari tesori barocchi – Piazza Navona, la Fontana dei Quattro Fiumi, la Fontana del Moro, Palazzo Pamphilj, Sant’Andrea della Valle – la piazza prende il nome dall’omonima chiesa del XVI secolo, ufficialmente denominata Santa Maria in Vallicella. Raffinato e simmetrico, l’edificio di culto custodisce al suo interno preziose opere di Pietro da Cortona e Rubens e ospita la Cappella di San Filippo Neri, dove riposa il “Pippo bbono”, come affettuosamente chiamato dai romani, e le suggestive stanze del santo, con alcune sue reliquie e ricordi e dipinti del Guercino e Guido Reni.
Geometrie, curve e giochi prospettici: la maestria del Borromini
Sulla piazza, di fianco alla Chiesa di Santa Maria in Vallicella, sorge lo splendido Oratorio dei Filippini, capolavoro di Francesco Borromini, realizzato dall’artista dopo aver vinto un concorso bandito dai Padri Filippini nella primavera del 1637. Una vera icona del barocco romano: l’originale facciata ondulata, tra linee concave e convesse, è caratterizzata da eleganti decorazioni, alte finestre incorniciate da timpani – triangolari per il primo ordine e ricurvi per il secondo – e un frontone curvilineo che corona l’imponente edificio, che crea effetti di dinamismo e chiaroscuro. L’interno ospita la prestigiosa e antica Biblioteca Vallicelliana, nota come Salone del Borromini, che sotto lo splendido soffitto ligneo a cassettoni, custodisce nelle sue preziose scaffalature oltre 130.000 volumi divisi tra manoscritti, incunaboli, stampati, codici rari, fotografie e musica.
Una “zuppiera” d’artista
“Ama Dio e non fallire, fa del bene e lassa dire. MDCXXII“ è l’iscrizione che si può leggere sulla curiosa fontana che, collocata in piazza della Chiesa Nuova, è una tra le più insolite e poco conosciute di Roma. Realizzata dall’architetto e scultore Giacomo Della Porta, artefice inoltre delle vicine Fontana del Moro e Fontana del Nettuno in piazza Navona, la singolare opera, ornata sui bordi da quattro delfini in bronzo dalle cui bocche sgorgava l’acqua dell’acquedotto Vergine, fu posta in Campo de’ Fiori nel 1595, ma, ben presto, divenne una sorta di vasca in cui tenere al fresco e lavare la frutta e la verdura del pittoresco mercato della piazza. Nel 1622, l’amministrazione della città decise così di porre rimedio a quest’abitudine rimuovendo i delfini e commissionando a un artista ignoto, autore anche dell’iscrizione, un grosso coperchio di travertino che provocò la proverbiale ironia dei romani: la fontana fu così ribattezzata “Pasticcio” e poi “Terrina” per la sua somiglianza con una grande zuppiera. Smontata nel 1889 e dimenticata per 35 anni in un deposito, nel 1924 fu recuperata e ricollocata nella sede attuale, dove continua a incuriosire passanti e turisti con il suo aspetto inusuale.
Foto: Redazione Turismo Roma
Chiesa di Santa Maria in Vallicella (Chiesa Nuova) e stanze di San Filippo Neri
Biblioteca Vallicelliana
Fontana della Terrina
Palazzo dei Filippini (Convento e Oratorio dei Filippini)
Piazza Navona
Uno dei complessi urbanistici più spettacolari della Roma barocca
Basilica di Sant'Andrea della Valle
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