La parrocchia è stata eretta il 13 agosto 1941 con il decreto del Cardinale Vicario Francesco Marchetti Selvaggiani Beatissimae Virginis Gratiarum ed affidata al clero diocesano di Roma. La chiesa parrocchiale ha ereditato il titolo di S. Maria delle Grazie fuori Porta Angelica, demolita nel 1939 per la ristrutturazione di Via di Porta Angelica. Il territorio, definito con decreto dell’8 ottobre 1940, fu determinato entro i seguenti confini: Via Leone IV, dal Viale Vaticano a Via Andrea Doria – Piazzale degli Eroi – Viale delle Medaglie d’Oro fino al Fossato del Genio Militare – detto Fossato dal Viale delle Medaglie d’Oro fino al viadotto ferroviario che separa Via Angelo Emo da Via di Valle Aurelia – Ponte della Ferrovia Roma-Viterbo fino a raggiungere Viale Vaticano, all’altezza dello sperone avanzato (civico n.43/a) – Viale Vaticano, da tale punto a Via Leone IV costeggiando le Mura Vaticane. Il provvedimento vicariale è stato riconosciuto agli effetti civili il 5 marzo 1942.
Il complesso edilizio, di proprietà della Pontificia Opera per la Preservazione della Fede e la provvista di nuove Chiese in Roma, è stato progettato da Tullio Rossi.
Tra le immagini della Madonna più note nella città e circondate da un intenso culto popolare, già a partire dal sec. XVI, è da annoverare l’icona di origine bizantina, portata a Roma nel 1587 dall’eremita calabrese Albenzio De Rossi da Cetraro.
L’odierna denominazione di Madonna delle Grazie risale alla seconda decade del Seicento; è un titolo che, decretato direttamente dalla pietà dei fedeli, si legò in modo stabile al santuario dove, per quasi tre secoli e mezzo, la prodigiosa immagine fu venerata da generazioni di devoti. Ancora oggi, a due passi da piazza S. Pietro, percorrendo via di Porta Angelica verso piazza del Risorgimento, all’angolo di uno degli ultimi edifici, appare la graziosa edicola che accoglie la copia musiva della sacra icona a ricordo del santuario cinque – secentesco, sfortunatamente andato distrutto tra il 1936 e il 1939, nel corso delle demolizioni di Borgo Pio. Sotto il mosaico, un’iscrizione esorta i passanti e ricorda i fatti:
Salutate in questa immagine
la B. Vergine Maria delle Grazie
portata nell’anno 1587 da Gerusalemme a Roma
dall’eremita f. Albenzio De Rossi.
L’originale già esposto qui nel
santuario demolito per ragioni
di pubblica utilità si venera
ora nella nuova chiesa al piazzale
Francesco Morosini che la
munifica pietà dei pontefici
Pio XI e Pio XII ricostruì e
dedicò A.D. MCMXLI.
In fondo a via Candia, nell’attuale piazza S. Maria delle Grazie (già piazza Francesco Morosini), si erge il nuovo santuario parrocchiale; in esso, percorrendo la navata sinistra, si giunge alla cappella recentemente restaurata, dove l’immagine mariana esposta su un antico postergale – ciborio si offre ancora al culto e alla pietà.
Databile tra l’undicesimo e il dodicesimo secolo e proveniente dall’area gerosolomitana, l’icona, oltre a presentare motivi di interesse sotto il profilo storico e artistico, è ancor più suggestiva per la pietà popolare che attorno ad essa si è andata annodando nei secoli, fino ad assumere un posto eminente nell’ampio complesso di icone e di immagini sacre venerate a Roma.
Proprio sul piano della pietà, la rilettura della storia di questa effige consente non solo un contributo di natura culturale, ma anche un servizio alla sensibilità religiosa di quei fedeli che ancor oggi avvertono il richiamo di quella misteriosa, eppure familiare, immagine venuta d’oriente.
E’ una storia che aspetta ancora di essere descritta: questo opuscolo non pretende se non di offrire alcuni spunti essenziali per una riflessione su un fatto e su una vicenda che possono ancora dire molto. L’augurio è che quanti hanno avvertito e avvertono tuttora il significato della devozione a Maria della Grazie perseverino nel loro sentimento e nella loro testimonianza: a loro sono dedicate queste pagine.
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