
L’idea di erigere un monumento sul Gianicolo dedicato ad Anita Garibaldi risale al 1905 con il proposito di inaugurarlo a Roma nel 1907, centenario della nascita dell’Eroe dei Due Mondi.
Per la sua realizzazione furono indetti ben due concorsi ma nessuno dei bozzetti proposti trovò il favore del pubblico. Nel 1929, il progetto fu ripreso da Ezio Garibaldi, nipote di Giuseppe, e affidato all’artista Mario Rutelli con l’intento di inaugurare l’opera per il 50° anniversario della morte di Garibaldi, il 2 giugno 1932. Rutelli si mise al lavoro immaginando l’Eroina in sella a un destriero in corsa con la pistola in pugno, come una novella Amazzone.
La statua equestre, di bronzo, è alta 4 metri e mezzo, pesa 40 quintali e rappresenta Anita durante gli avvenimenti bellici (1840) della “Guerra dei Farrapos” per la difesa della “Republica Juiliana” fondata dopo la rivolta della provincia di Rio Grande do Sul contro l'Impero brasiliano. A briglie sciolte, l’Eroina, sfugge ai soldati imperiali che avevano circondato la casa di campagna nel piccolo villaggio di Mostazas, dove dodici giorni prima, il 16 settembre 1840, aveva dato alla luce il primogenito Menotti Domingo. Con il piccolo assicurato al petto da un fazzoletto datole da Garibaldi, con la mano sinistra si tiene alla criniera del destriero e con la destra impugna, brandendola in alto, la pistola.
Il basamento in travertino, dal perimetro di 18 metri per un peso di 80 quintali, custodisce le sue spoglie mortali.
I quattro altorilievi in bronzo che ne decorano i lati raffigurano episodi della vita avventurosa dell’eroina: Anita che guida i garibaldini durante la battaglia di Curitibanos; Anita che osserva i combattenti; Anita che cerca Garibaldi sul campo di battaglia tra i caduti; il marito che la trasporta morente tra le braccia.
Il monumento in onore di Anita Garibaldi si erge a pochi passi da quello dell’Eroe dei due Mondi, quasi a sugellare, con la vicinanza, un amore impermeabile al tempo e alla morte.
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